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Crisi Lazio prevedibilema nulla è perduto

Inzaghi studia novità per Bucarest: contro la Steaua c'è l'andata dei sedicesimi di Europa League

Luigi Salomone
Luigi Salomone

Giornalista per passione, Lazio, pollo arrosto con tante patate al forno, tradizione Roma Nord Ponte Milvio, Gesù e Maria al Fleming

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Tutto prevedibile: le cassandre sono ripartite, il loro canto (poco libero) punta a devastare ancora di più l'ambiente laziale. Tre sconfitte consecutive peraltro due in trasferta contro Milan e Napoli, per tradizioni campi non facili per i biancocelesti e tutte le certezze sembrano svanite. Inzaghi è in confusione, Immobile non segna più, è rimasto alle Maldive, Milinkovic troppo lezioso, Luis Alberto un mago a cui hanno scoperto i trucchi. Per non parlare dei difensori, Bastos e Wallace sono la banda del buco, 33 gol un fardello pesante per una squadra che punta alla zona Champions. Una catastrofe cosmica, Lotito col braccino corto che ha investito in estate meno più di quanto abbia incassato dalle cessione, Tare colpevole di aver scelto Caicedo invece che una punta più forte e di aver puntato su Nani sulla via del tramonto. Insomma una Lazio da buttare, il solito malcostume di una città che non conosce la parola equilibrio. Negare il calo fisico e mentale del gruppo sarebbe grave ma pensare che possa essere fisiologico è altrettanto corretto. Serve una reazione già giovedì a Bucarest contro lo Steaua, c'è bisogno di ritrovare quello spirito di gruppo che aveva portato la Lazio al terzo posto. I tifosi devono restare vicini alla squadra che ha anche da giocare una semifinale di ritorno di Coppa Italia oltre che l'Europa League. Nulla è perduto, tocca ai giocatori rialzarsi e tornare a vincere.

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