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All'Isola dei Famosi la confessione di Jonathan: "Voglio essere padre". E piange

Jonathan Kashanian

Giada Oricchio
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All'Isola dei Famosi, il primo momento di verità in nove puntate di reality, lo regala Jonathan, l'ex vincitore del Grande Fratello Nip. L'esperto di moda era in nomination e aveva diritto alla sorpresa. Ha riabbracciato la mamma, ma ha anche confessato: “Non sono stato amato, ma sono pronto a fare il padre”. Alessia Marcuzzi chiama Jonathan in disparte e gli chiede di specificare meglio il suo desiderio di paternità, esternato in settimana a Bianca Atzei. Il 37enne italo-israeliano non si risparmia, parla a lungo e trasmette sincerità. Non c'è ombra di quei pelosi piagnistei sulla famiglia. “Io non mi sento superiore a nessuno, solo che il mio cervello è concentrato su altre cose non sulle ciotole di riso o sulla legna. Oggi non mi interessa più lo spettacolo, le macchine costose, presentare Sanremo, guadagnare tanti soldi, oggi mi interessa solo vedere sempre il sorriso di mia mamma. Lascio volentieri questo mondo luccicante che quando vedi da vicino è pieno di punti oscuri. Io non voglio pensare a schierarmi o ai gruppi, sono venuto qui per capire cosa mi stava accadendo. È come quando allontani un foglio per vedere più chiaramente.  Sì, è vero ho desiderio di paternità  ma voglio essere sincero: chi è in diritto di decidere chi può essere padre o madre? Io sono stato un errore, mia madre aveva la spirale e mi dice sempre ‘sei l'errore più bello della mia vita'. Non so se sono in diritto di portare avanti un sogno così importante. Non dormo la notte pensando a quanto sia grande la responsabilità, a quante cose occorrano. Molti però mi dicono che i figli crescono con un unico ingrediente: A.M.O.R.E. Solo che io ho molta paura, aiutatemi a capire”. Jonathan prosegue: “Vi faccio una confessione: a 37 anni penso che nessuno mi abbia mai guardato negli occhi dicendomi ti amo, è brutto essere soli e non essere stati scelti. Ma non per questo mi sento una persona incompleta, sono fortunato. A essere onesto non ho incrociato una persona che mi dicesse ti aspetto. Sono sempre io quello che al ristorante porta allegria, adesso sono stanco, voglio arrivare al ristorante e trovare qualcuno che mi ha tenuto il posto. Affronto un discorso che mi preme: spero che questa chiacchierata non si traduca in mero vouyerismo dal buco della serratura, che non si sia interessati solo a sapere se il compagno di vita che cerco è uomo o donna. Nel 2018 non deve essere così importante. Se sarà un uomo o donna o un pezzo di lattuga o un cavallo, lo dirò”. Il commento di Mara Venier è ben centrato: “Sta mettendo a fuoco la sua vita. Lo capisco perché ho provato le stesse cose. Questo bisogno spasmodico di essere amati. Ha bisogno di essere amato. Jonathan sei amato però non lo vedi”. Poi il naufrago abbraccia la mamma giunta in Honduras per ripetere il rituale della tazza di tè con il figlio prediletto.

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