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Raggi e Zinga pensino ai romani. Basta litigi, risolvano i rifiuti

Non si sblocca l'emergenza rifiuti di Roma giunta ormai alla sua terza settimana di crisi. L'Ama non riesce a raccogliere i rifiuti che vengono prodotti da gran parte della capitale e soprattutto non è in grado di liberare in questo momento i marciapiedi che in molti quartieri sono sommersi dai rifiuti. Sembrerà noioso vedere l'insistenza con cui battiamo su questo problema irrisolto, ma c'è anche rabbia nel vedere l'incapacità degli amministratori pubblici nell'affrontare una situazione difficile, ma risolvibile secondo molti esperti. La rabbia dei cittadini sta montando, e a Prati è sorto il primo striscione che annuncia lo sciopero fiscale della Tari con un ragionamento che non fa una grinza: non riceviamo un servizio, e quindi non lo paghiamo. Abbiamo criticato più volte l'immobilismo del sindaco di Roma, Virginia Raggi che si è difesa negando una situazione che è sotto gli occhi di tutti, ma è fantasma anche il presidente della Regione, Nicola Zingaretti che non ha mosso un dito nè si è preoccupato della situazione. Ora se Zingaretti non ha più tempo per fare il suo dovere istituzionale alla Regione, la soluzione è semplice: prenderne atto, buttarsi come sta facendo nel lavoro di segretario Pd e lasciare l'istituzione a qualcuno che pensi meriti di dedicarvi giorno e notte. Se comunque Raggi e Zingaretti si incontrassero, si potrebbe arrivare a una ordinanza di riapertura di impianti in questo momento fermi (Tmb Guidonia) che possano sopperire alla crisi in corso, mettendo da parte resistenze ideologiche e polemiche politiche. Se invece non riescono proprio a fare fronte comune per aiutare i cittadini di Roma, chiedano come diciamo da giorni una manoi al governo che potrebbe obbligare altra regione (senza lunghe trattative) a smaltire i rifiuti della capitale fino a quando non entreranno a pieno regime gli impianti di Malagrotta.

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