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Zingaretti ha trionfato? Marattin (Pd): con una fake news

Benvenuto a bordo de L'Abitacolo, Luigi Marattin. Lei è noto per tre cose: essere un fedelissimo renziano, fare l'economista ed essere anche un pugile... Ma no, quello è un mio profilo fake su twitter, che è abbastanza simpatico. Non sempre, ma spesso sì. Io mi riferivo al fatto che quando c'è un parapiglia in aula, ecco apparire sempre Marattin... Una volta! Mi sono buttato a cercare di fermare Emanuele Fiano, per altro senza grande successo. Già, anche Fiano è piuttosto fumino. E anche coriaceo Litigate sempre con il M5s? E' capitato ogni tanto Va bene, Marattin non è un pugile. Ma è ancora renziano? Sì, renziano. Non va più di moda, ma sono renziano. Quanti siete rimasti? Tanti. Tanti? Beh, non tanti come un paio di anni fa. Ma parecchi. L'altro giorno ragionavo su quanti nel Pd avrebbero detto no a un governo con M5s... A sentire le dichiarazioni ufficiali, tutti! Sì. Ma io dicevo quelli sicuri, che siete appunto voi renziani: ne ho contati una cinquantina al massimo fra Camera e Senato. Mah, io non li ho contati. Ma anche questa divisione fra renziani e non renziani significa poco. Ci si può dividere solo su una idea di dove andare. Carlo Calenda è un renziano? No, ma condivide un'idea di direzione verso quella prateria che un a volta veniva chiamata centro. Dico per dare un'idea, perché sono convinto che sinistra destra e centro siano categorie politiche travolte dalla globalizzazione. Guardi la Lega, viene universalmente descritta come un partito di destra. Più che universalmente viene accusata proprio da voi di essere destra estrema. Mi segua. La Lega chiede di stampare moneta, di fare più deficit, di mandare la gente in pensione prima, di gestire le aziende pubbliche... Come Rifondazione di un tempo? Sì, l'avrebbe mai detto? L'avrei detto, perché nella Lega c'è anche destra sociale che quelle cose non dissimili dalla sinistra storica ha sempre pensato. Ma era un mondo residuale! Oggi stiamo parlando di una destra che ha il 40%, e che ha poco in economia di quella che si definiva destra un tempo. Comunque lei mi svicola dal Pd. Avete festeggiato lunedì? I sindaci renziani hanno stravinto a Firenze, Bergamo, Pesaro, Bari... Sono tutti sindaci che hanno interpretato nello stesso modo la loro leadership, e quel modo è parte del renzismo. Ma per vincere servono risultati concreti, che sono quelli che contano per i cittadini elettori. Bergamo, Firenze, Bari, Pesaro sono città irriconoscibili rispetto a cinque anni fa, e quei cambiamenti sono stati apprezzati dai loro cittadini. Servono risultati concreti e una leadership forte. Lei lo vuole chiamare renzismo? Non ho certo io il problema di dirlo, ma non si spiegano le cose solo con le etichette... Leadership è una parola non molto usata nel nuovo Pd di Nicola Zingaretti. Mah. Questa sindrome dell'uomo solo al comando ce l'abbiamo solo noi in Italia. Non esiste in alcuna altra esperienza politica riformista al mondo. A qualcuno è venuto in mente di dire ad Obama, a Blair, a Macron o chicchessia “Oddio, tu sei un uomo solo al comando!”. Solo da noi c'è questa psicosi che non so in che radici affondi. Si chiama leadership ovunque in politica. Adesso avete una nuova leadership. Zingaretti non sarà l'uomo solo al comando, però come ha detto in una intervista dopo il voto, ha fatto miracoli in soli 70 giorni. Eh (ride...) Ma allora cosa ha fatto Salvini, che ha conquistato 3 milioni di voti in più? Il Pd è salito di percentuale, ma ha perso 100 mila voti rispetto a un anno fa. Zingaretti però dice: “non siamo più terzi, ma secondi”... Questa frase è assai strana. Il 4 marzo del 2018 alle politiche il Pd era il secondo partito uscito dalle urne, dietro il M5s. Oggi è secondo dietro la Lega. Ecco, questa è una delle cose che mi lascia un po' perplesso, perché se ci mettiamo anche noi a distorcere la realtà diventa un problema serio.. Se dici che hai fatto un miracolo in 70 giorni, poi bisogna esagerare un po'. Sia più indulgente con il suo segretario... Seriamente: il Pd ha fatto un buon risultato, perché è l'unica opposizione rimasta. Si è squagliata quella di Forza Italia che ha dimezzato i voti, si è sancito che a sinistra del Pd non c'è nulla (sigle da 1-1,5%) e i 5 stelle che per due mesi avevano fatto l'opposizione a Salvini sono crollati. Dopodichè è evidente che devi contare i voti assoluti, che sono 100 mila in meno o addirittura 500 mila in meno se conti anche la lista di Beatrice Lorenzin presente il 4 marzo, e non cito i voti di Leu. Questo elenco è proprio quello che non piace ai vertici del nuovo Pd! Non capisco perché si siano indispettiti, io citavo i numeri assoluti per paragonarli ai 6 milioni di voti persi dai 5 stelle! So che non bisognerebbe chiederlo a uno che di professione fa l'avversario, quasi il killer dei grillini. Ma che spiegazione ha del loro crollo elettorale? Che l'incompetenza e l'approssimazione al potere non pagano. Quindi ritiene Salvini competente e preciso? Salvini secondo me ha investito politicamente tutto sulla questione immigrazione e sicurezza, e dei risultati lì per lo meno nell'immaginario collettivo li ha avuti. Per il popolo italiano Salvini è quello che ha fermato i migranti. Addirittura è andato sotto processo per quello anche se poi non si è fatto processare. Quel risultato l'ha potuto esibire, il M5s no. Lei mi svicola di nuovo. Torniamo ai voti del Pd, e a voi renziani che sottolineate che sono stati persi. Si è infuriato Zingaretti? Ma nessuno può pensare che un confronto dei voti assoluti di tutti i partiti- quindi anche il Pd- sia un attacco a Zingaretti! Poi per la verità io credo davvero che quando un partito fa un congresso e vince un segretario, tutti poi lavoriamo con lui. Lei lo ha fatto? Ho lavorato con lui incontrando i risparmiatori delle banche, collaborando alla proposta economica che abbiamo lanciato prima delle elezioni. L'ho fatto con lealtà, sapendo che quello è il mio segretario e non ho polemiche da fare. Dopodichè leggere su Repubblica che il segretario del mio partito per avere noi messo quei dati assoluti a confronto usa termini come “Siamo alle comiche finali di una stagione chiusa”... … Mi faccia indovinare: non le è piaciuta? Quel termine “Comiche finali” fu quello che usò Gianfranco Fini verso Silvio Berlusconi, e poi sappiamo come è finita. Che la usi il segretario del mio partito accoppiata a una fake news, e cioè che eravamo terzi e moribondi nel 2018, non mi ha fatto piacere. L'ho trovato un fallo di reazione ingiustificato. Non faccia l'angioletto: Zingaretti avrà le sue ragioni per diffidare di voi renziani, no? Noi siamo stati subito a disposizione per lavorare insieme. Non svelo un segreto a dire che nell'entourage del segretario c'era chi compilava liste di renziani che non devono più apparire in tv. Sgradevole, ma giusto: Zingaretti ha il diritto di mandare in tv chi vuole, anche se non so quanto questo sia segno di una gestione unitaria e pacifica. Io diligentemente mi sono messo a lavorare sui conti delle proposte economiche. Sentirmi dire che sono un residuato di una stagione politicamente finita... ...gliele fa girare. Un pochino. Ma spero che i toni ora cambino e si possa lavorare tranquillamente tutti insieme. Ma quelle divisioni ci sono nel Pd, mi sembra evidente. Certo Renzi è stato poco digerito perché ha portato una innovazione culturale difficile da digerire. Come nel rapporto con i sindacati o con la magistratura, o con le policies del mercato del lavoro. Questa difficoltà di digestione è ancora in giro. Io sono convinto che si possa riconciliare, perché dobbiamo costruire un fronte alternativo e forte al populismo. Ma questi strascichi ci sono. Renzi però aveva fatto l'operazione politica opposta a quella di Zingaretti: lui cercava il centro, il nuovo segretario la sinistra. Io queste categorie non le vedo più. E comunque mi sembrano di sinistra dare un lavoro ai giovani con il jobs act. Di sinistra le unioni civili e tutte le politiche sui diritti fatte dai governi Pd. Di sinistra abbassare le tasse a chi guadagna meno come abbiamo fatto con gli 80 euro. Ma è di destra la sicurezza, che è un tema che avete sottovalutato. E l'abbiamo sottovalutata, vero.

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