La Castelli: dal 27 ok Lega. E si farà pure la flat tax
Benvenuta a bordo de L'Abitacolo, viceministro dell'Economia, Laura Castelli. Lei è diventata famosa dicendo a Piercarlo Padoan in tv: “questo lo dice lei!”... Spero non solo per questo, ma per le cose che facciamo tutti i giorni... … citavo l'episodio perché tutti se la sono presa con lei dicendo che non conoscendo la materia, la buttava in caciara... Mah, proprio digiuna non sono. Ho una laurea in economia aziendale e da un po' di tempo mi occupavo già di bilancio dello Stato. Certo, occuparsi di conti pubblici è una grande sfida, perché cerchiamo di fare capire le cose reali in un contesto comunicativo sempre negativo: i soldi non ci sono, Bruxelles vuole i tagli lineari, ci vuole l'austerità... Perché è falso che i soldi non ci sono mai? Non è vero. I soldi ci sono, non mi stancherò mai di ripeterlo. E' da più di un anno che spieghiamo come i nostri programmi si possono realizzare con tempi certi e dichiarati e con le risorse esistenti. I soldi ci sono, magari spesso sono bloccati. E infatti proprio per questo abbiamo appena varato lo sblocca-cantieri. Ci sono tanti stanziamenti fatti ma non spesi, e finiti incagliati nei vari ministeri. Il primo lavoro che abbiamo fatto con il ministro Giovanni Tria è stato quello: fare tirare fuori dai cassetti tutte le risorse che erano state congelate. Tipo? La cosa più sconvolgente per me fu quella di scoprire più di 6 miliardi e mezzo spesi e non impegnati sul settore idrico, che dovrebbe essere una delle emergenze di questo paese. Li abbiamo riattivati con dei tavoli ad hoc dei ministeri competenti e oggi quei soldi si stanno utilizzando. Certo che quando si lamenta dei scarsi investimenti in Italia, se poi i pochi che si fanno finiscono così. Nell'ultima manovra sulla carta qualcosina in più si è visto. Ma riuscite anche ad attrarre capitali privati? Ci stiamo provando. Anche nel decreto crescita, scritto a due mani da ministero dell'Economia e quello dello sviluppo economico. Non se ne è parlato molto, ma c'è tutta una parte sugli investimenti privati che abbiamo costruito insieme a Confindustria e perfino le banche private. Lì c'è una leva importante: abbiamo raddoppiato, seguendo le indicazioni degli industriali, il fondo di garanzia per il credito alle piccole e medie imprese. E' importante perché loro lamentavano proprio la stretta creditizia. Fondi ne mette a disposizione anche l'Europa. Di cui si parla poco o nulla anche se siamo in campagna elettorale per le europee... Vero, ma accade anche perché la percezione dei cittadini è che non serva a nulla questo voto europeo. E si sbagliano, perché molte cose le abbiamo fatte anche agganciandoci a quello che veniva colto come opportunità dai nostri parlamentari a Bruxelles e Strasburgo. Il reddito di cittadinanza è uno di quei temi realizzato proprio in sintonia con l'Europa A proposito di Ue, l'ex premier Mario Monti sostiene che se vincerete le europee voi e la Lega e lo stesso accadrà in altri paesi, sicuramente scoppierà la terza guerra mondiale. Monti non è aggiornato sul dibattito politico che si fa a Bruxelles, che è esattamente l'opposto. Ad esempio si stanno facendo ragionamenti assai diversi da suo sui conti pubblici, dopo avere visto il rallentamento dell'economia non solo in Italia ma anche in altri importanti paesi. Si sta pensando a un altro modo di guardare i conti pubblici, facendo anche autocritica su quel che è avvenuto fin qui. Non sono affatto negativa su quel che verrà. Certo, quando poi fai patti politici per le europee, meglio coalizzarsi con chi ha questa stessa tua consapevolezza su quel che non ha funzionato. Monti era l'alfiere di un'altra linea, ovvio. Ma è quella che ha distrutto pezzi di questo paese... Il vostro Beppe Grillo lo chiamava Rigor Montis... Beh, ha stretto un po' troppo. Una persona della sua competenza avrebbe dovuto immaginare la conseguenza di politiche così restrittive. Un esempio banale fu subito lampante, quando tassò le imbarcazioni... … e quelle scapparono dall'Italia verso porti di paesi confinanti. Appunto. E sono finiti in cassa integrazione i dipendenti delle società che costruivano barche. Grande esempio di equità che non tiene conto degli effetti dei provvedimenti sulla vita reale delle persone, pensando invece di fare il giustiziere dei ricchi milionari con gli yacht. I ricchi come in genere le grandi imprese, trovano sempre una soluzione alternativa. La caccia alle streghe spesso è inutile. Esatto, e alla fine quelle norme punitive non portano gettito, ma problemi di occupazione che fanno pure perdere gettito. Bisogna avere un po' di visione complessiva ogni volta che si tocca la vita della gente. Quando avevate fatto il decreto dignità le imprese vaticinarono disastri e perdita di occupazione. I numeri dicono che non è accaduto. Sono state loro stesse a trovare il modo di convivere e sfruttare nuove norme? Ci abbiamo riflettuto a lungo con lo stesso Luigi Di Maio su quel che è seguito. Io credo che l'Italia è un paese che vuole soprattutto tranquillità. Hanno bisogno di un contratto di lavoro che consenta una vita tranquilla. Certo è un atteggiamento diverso da quello di altri paesi, ma è così. La Gran Bretagna è abituata a contratti brevi e precari, ma tutta la vita gira intorno a quel modello. In Italia no. Se avevi un contratto a tutele crescenti, non ti davano quasi mai il mutuo casa in banca. Il decreto dignità è andato incontro a quel desiderio di stabilità nella propria vita degli italiani. E alla fine tutti l'hanno capito. Le è piaciuto il gesto dell'elemosiniere del Papa che ha riattaccato la luce agli occupanti di un palazzo che erano morosi per oltre 300 mila euro? Lo ha fatto per provocazione, però ha detto che pagava poi lui la bolletta. Si è visto un problema sociale che purtroppo esiste. E lei non ci vede un tema di violazione della legalità? Ora tutti si possono sentire benedetti ad occupare case a cui non si ha diritto e pure a fregare la corrente elettrica... Il problema della legalità senza dubbio c'è. Quel palazzo non è il solo ad essere così. Quanti a Roma sono occupati e non pagano le bollette della luce. Perfino da parte di associazioni che potrebbero permettersi quella spesa! C'è un malcostume di fondo, magari perché in altre ere si pensava che la politica alla fine ti avrebbe fatto un bel regalo. Questa vicenda però è accaduta in questa era. Che gli diciamo al poveretto che si spacca la schiena per pagare l'affitto sociale e le bollette mantenendo una famiglia e privando i suoi bambini magari di un giocattolo e della carne a tavola?Che è uno scemo che rispetta la legalità e dovrebbe prendere esempio da quei prepotenti? No, ha ragione. Vanno ristabiliti dei criteri di equità sociale che sono mancati, ma la legalità va fatta rispettare. Quando ci è capitato negli enti locali l'abbiamo fatta rispettare anche prendendoci minacce e insulti. Da cittadini e associazioni. Ma non è un tema ideologico: le regole si debbono rispettare sempre. Anche perché non facendole rispettare si perdono risorse e gettito per lo Stato che potrebbero essere impiegate in modo corretto proprio per aiutare i più bisognosi. Visto che parliamo di quel palazzo che per altro doveva essere venduto dallo Stato ai privati, come vanno le privatizzazioni immobiliari che dovevate fare? Nelle varie riunioni che abbiamo fatto ci hanno informato di avere già venduto molte cose. O le hanno utilizzate per costruire prodotti finanziari poi piazzati sul mercato. Con Invimit stiamo cercando di fare anche un altro tipo di lavoro, coinvolgendo gli enti locali che sanno bene quale possa essere l'utilizzo sul territorio di alcuni beni. Perché bisogna guardare all'economia reale e non solo ai prodotti finanziari, perché quegli immobili devono anche essere utilizzati. Come sono i rapporti al ministero dell'Economia con quelli che da un mese a questa parte sembrano più che i vostri alleati, i nemici numero uno, e cioé i leghisti? Ma no! (ride) Io ho la fortuna di lavorare con nun collega come Massimo Garavaglia, che per anni è stato all'interno di un assessorato importante come quello al bilancio della Regione Lombardia e ha una esperienza grandissima sugli enti. Questo mi permette di imparare moltissimo. La verità è che non sempre le cose che fai bene tecnicamente sono poi perfette per la politica, quindi c'è sempre una seconda fase in cui calare le cose che tecnicamente fai... E con l'altro leghista al ministero, Massimo Bitonci, l'autore dei condoni, litigate? Lui è molto competente su quella materia, e il decreto fiscale l'abbiamo fatto insieme. Fa il commercialista e ragiona diversamente da me. Anche i mondi politici di riferimento sono diversi, ma alla fine una sintesi fra noi la troviamo sempre. E la troverete anche sulla flat tax? Veramente l'abbiamo trovata fin dall'inizio. Io provo sempre a spiegarlo, ma mi ascoltano poco. Pensavamo di partire già con la scorsa legge di bilancio, poi siccome le risorse non bastavano si è scelto di puntare per il primo anno su quota cento e il reddito di cittadinanza. Siamo tutti consapevoli che la flat tax ci sarà, e per quel che riguarda noi che lavoriamo sulla parte tecnica, che dovrà essere graduale. Anche nel nostro programma per altro c'era la idea di ridurre le tasse a tre scaglioni concentrandoci sul ceto medio. Ecco, si inizia così, poi se le cose migliorano si può ridurre ulteriormente le aliquote più alte. La tassa piatta tutta di un colpo in questo momento non possiamo permettercela, perché costa tantissimo. Allora non è flat tax! E dove ha funzionato è stata fatta tutta di un colpo ad aliquota unica, altrimenti un po' alla volta potrebbe non funzionare proprio... Quello l'abbiamo fatto per i professionisti. Ma non si può fare subito per tutti. Per ora c'è spazio per concentrarsi su tre aliquote da ridurre. Avendo presente lo scaglione di riferimento su cui vuoi concentrare i benefici, che è appunto quello del ceto medio. Ma se al ceto medio togli gli 80 euro di Matteo Renzi per abbassare le aliquote, il vantaggio che avranno sarà nullo. Gli 80 euro costano tantissimo, 9 miliardi e non hanno inciso sul ciclo economico. Sono d'accordo che non devi svantaggiare chi l'ha percepito, però quelle regole erano fatte male e tanta gente ha dovuto restituire i soldi l'anno dopo, infuriandosi. Facciamo una cosa più lineare che vale per tutti, anche per i pensionati. Riordinando le tax expenditures, specie quelle sul lavoro, avranno più benefici rispetto agli 80 euro. Ci stiamo lavorando con la Lega e sono sicuro che troveremo la quadra. Per fortuna noi al ministero prima facciamo e poi diciamo.