la trattativa m5s-pd
Governo, ore di tensione. Conte da Mattarella: è pronto a rinunciare?
O un vicepremier o nessuno. Solo superando questo nodo Giuseppe Conte potrà procedere con il completamento della squadra di Governo da presentare, molto probabilmente mercoledì, al capo dello Stato, Sergio Mattarella, quando scioglierà la riserva al Quirinale. I nomi restano quelli di Andrea Orlando o Dario Franceschini, solo nell'eventualità che Luigi Di Maio faccia un passo indietro, e avanza sempre più la possibilità che uno dei due vada a ricoprire la casella di vice e non quella di sottosegretario pluripotenziato. Lo stesso leader del Movimento 5Stelle ieri ha sottolineato, un po' piccato, che "siamo stanchi di sentir parlare tutti i giorni in ogni trasmissione di poltrone e toto-ministri. L'ho detto e lo ripeto: contano i programmi, le soluzioni, le idee". E ancora: "I nostri punti del programma sono chiari, se entreranno nel programma di governo allora si potrà partire, altrimenti sarà meglio tornare al voto il prima possibile" che al Pd è suonato come un "ultimatum inaccettabile". La posizione di Di Maio ha generato un brusco arresto nella trattativa M5s-Pd tanto che il premier incaricato Giuseppe Conte ha incontrato stamane il Capo dello Stato Sergio Mattarella al Quirinale. Ore di tensione per il governo rossogiallo e anche l'ipotesi del presidente del Consiglio di rinunciare. Terminato l'incontro si è recato a Palazzo Chigi per il vertice con le delegazioni M5s e Pd. Intanto però le voci però si rincorrono e una cosa è certa: con un Dem come secondo di Conte, spetterà a Vincenzo Spadafora (M5S) e Paola De Micheli (Pd) il compito di vigilare su Palazzo Chigi come sottosegretari. Uno schema semplice che, se non dovesse essere rispettato, vedrà il 5Stelle occupare il dicastero delle Pari opportunità. Confermati ai loro posti Alfonso Bonafede (Giustizia), Riccardo Fraccaro (Rapporti col Parlamento), Elisabetta Trenta (Difesa), Sergio Costa (Ambiente) e Di Maio (Lavoro). Per una questione di parità di genere tornerebbero in squadra Giulia Grillo (Salute) e Barbara Lezzi (Sud). Stefano Patuanelli sarebbe destinato alle Infrastrutture e ai trasporti, mentre Francesco D'Uva alla Cultura. Tra i Dem invece si è aperto il problema Mario Morcone, troppo critico con il decreto sicurezza (per lui andrebbe abolito), pertanto sarebbero risalite le quotazioni per il Viminale di Marco Minniti (il cui nome sarebbe stato fatto durante le Consultazioni del premier incaricato a Montecitorio) e Franco Gabrielli. L'input dato da Conte ai gruppi oggi è stato quello di un governo politico, quindi è probabile che la scelta per l'Interno cada sul dem, come del resto anche per l'Economia, essendo risalite le quotazioni di Roberto Gualtieri. Fuori dal governo Graziano Delrio: una scelta ponderata per mantenere l'equilibrio parlamentare del Pd. Dentro Maurizio Martina (Agricoltura). Al Mise sempre buono il nome di Teresa Bellanova, mentre Marina Sereni andrebbe all'Istruzione. Alla Famiglia potrebbe approdare Debora Serracchiani. Altra patata bollente potrebbe essere la Farnesina. Paolo Gentiloni sarebbe l'uomo giusto al posto giusto, conosciuto e stimato nello stesso ruolo, e anche come premier. Il presidente dem però sarebbe in pool anche come commissario europeo. Candidatura che Conte dovrebbe ufficializzare entro domani a Bruxelles. Resterebbero da assegnare due dicasteri: Pubblica amministrazione e Affari regionali, uno dei quali potrebbe andare a LeU.