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Gio Evan nasce per strada e canta per la libertà: "Ho anticipato le doglie, un presagio"

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La vita gli rimbalza addosso da quando nel pancione della mamma ha iniziato a sgomitare per uscire fuori prima del previsto e ora, che ha già attraversato un’ampia porzione di mondo e si è esposto alle radiazioni emotive che il movimento scatena, quella storia suona un po’ come parte di una profezia. Gio Evan è arrivato nell’edicola degli artisti sorridendo e, tra gli occhi dei curiosi, si è tuffato in un racconto pieno di ritmo e di colore, che è partito dal primo respiro ed è arrivato alla galassia del performer che è oggi. «Palo Santo», il suo singolo, è un’ode a chi silenziosamente resta e ci ricorda dell’imprescindibile diritto al calore. La sua ultima canzone è nata «con un po’ di nostalgia dei giorni liberi. Quest’anno ne ho avuti pochi. Io con la libertà ho una certa amicizia. Mi è mancata la spensieratezza. Mi sono ritrovato a fare qualche falò e da quelle improvvisazioni ho tratto del nutrimento. Ho avuto l’intuito di riconoscerla questa libertà. Mi emoziona, si fa sentire», ha raccontato. L'intervista di Valentina Bertoli

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