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Conte firma per le preghiere musulmane: riaprono i luoghi di culto acattolici

Da lunedì si può tornare anche nelle moschee

Alessandro Austini
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Dopo diverse settimane di trattative con il Ministero dell'Interno, oggi è stato firmato a Roma il protocollo di riapertura dei luoghi di culto acattolici, prevista dal 18 maggio. I rappresentanti delle comunità religiose presenti in Italia sono stati convocati a Palazzo Chigi, e tra loro il Presidente di Ucoii Yassine Lafram, che riconferma: «Noi ripartiremo solo dopo il 24 maggio. Per una questione di responsabilità, e con grande rammarico, ribadiamo la nostra volontà di rimanere chiusi per l'ultimo periodo di Ramadan e per Eid al-Fitr, la festa di chiusura del sacro mese del digiuno». «Il protocollo governativo dedicato alle confessioni acattoliche - si legge in una nota dell'Ucoii - servirà a gestire la riapertura dei nostri luoghi di preghiera, nel rispetto della sicurezza per arginare il contagio da Covid-19 attraverso misure a cui attenersi scrupolosamente: la distanza tra i fedeli, l'obbligo della mascherina, le sanificazioni dei luoghi prima e dopo le funzioni religiose, il controllo delle entrate ed uscite». «Abbiamo già ribadito la nostra volontà a mantenere i luoghi di culto chiusi in questo periodo, decisione resa ufficiale dopo una lunga consultazione telematica con le associazioni islamiche aderenti all'UCOII e desideriamo quindi rinnovare la nostra esortazione alle comunità di tutta Italia ad adottare le nostre linee guida, atte alla prevenzione e alla sicurezza. Infatti, siamo convinti che i nostri luoghi non siano ancora sufficientemente tutelati e siano troppo esposti per una riapertura nel momento in cui siamo chiamati a gestire anche un grande flusso di devoti che normalmente riempiono le sale di preghiera durante il Ramadan e la festa di chiusura del mese sacro - prosegue la nota -. Ringraziamo calorosamente chi ha lavorato durante queste trattative per raggiungere un protocollo adeguato alla riapertura dei nostri luoghi di culto, e siamo felici che anche la comunità islamica abbia ottenuto le giuste attenzioni e la pari dignità degli altri culti presenti in Italia, nonostante non abbia ancora un'Intesa con lo Stato italiano. In conclusione, invitiamo le comunità islamiche aderenti alla nostra Unione a mantenere chiuse le moschee e le sale di preghiera fino a dopo il 24 maggio, a non celebrare la preghiera collettiva di Eid al-Fitr, a sensibilizzare e preparare i propri credenti alla fase successiva che riguarderà le riaperture in tutta sicurezza e a mantenere salda la fede e la fiducia, con la speranza di poterci presto ritrovare e riabbracciare come una comunità unita».

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