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Allarme Copasir sull'app Immuni: "Troppi rischi per i dati"

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Il Comitato evidenzia gli aspetti critici su privacy e sicurezza

Alessandro Austini
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«Il Comitato ritiene di segnalare alcuni aspetti critici, che dovrebbero essere corretti, per evitare che l'efficacia della iniziativa risulti ridotta, e, soprattutto, che si possano determinare rischi connessi sia alla trasmissione dei dati dei cittadini, in ordine al rispetto della privacy e alla sicurezza dei dati personali, sia in particolare alla stessa gestione complessiva, dal punto di vista epidemiologico, dell'emergenza sanitaria». Lo sottolinea il Copasir nella relazione sui «profili di sicurezza del sistema di allerta Covid-19, la App che si sta mettendo appunto. La relazione, approvata dal Comitato nella seduta del 13 maggio scorso e sulla quale il M5s si era astenuto, è stata resa pubblica visto che ne è stata deliberata la presentazione al parlamento. Il Comitato premette anche che «non intende entrare nel merito della scelta del Governo di predisporre uno strumento di tracciamento dei contatti sociali per prevenire i rischi derivanti dal contagio Covid-19. Scelta che del resto altri Paesi hanno effettuato, o sono in procinto di effettuare, nel quadro delle iniziative volte al contenimento dell'epidemia». «In primo luogo, si rileva che la norma di cui al citato articolo 6 del decreto-legge n. 28 del 2020, istitutivo della piattaforma digitale, rinvia a successivi atti del ministro della salute l'individuazione dei criteri sulla base dei quali verranno stabiliti i dati sanitari e personali da immettere nell'applicazione e le modalità con cui avverrà tale inserimento», osserva il Copasir. «Pertanto, il citato articolo 6 costituisce soltanto una cornice del progetto, i cui dettagli, molti dei quali rilevanti, devono essere ancora individuati e determinati, attraverso atti di natura amministrativa - conclude - Ad esempio, il sistema di C.T. viene definito complementare rispetto alla ordinaria modalità in uso nell'ambito del Ssn, mentre il Comitato ritiene che esso dovrebbe essere considerato integrativo di tali modalità, per evitare che il C.T. digitale sostituisca il tracciamento ordinario».

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