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Pasqua e Pasquetta in quarantenaDivieti estesi fino al 13 aprile

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Roberto Speranza relaziona il Senato

Speranza conferma: termini del decreto si allungano

Alessandro Austini
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«Attenzione ai facili ottimismi che possono vanificare i sacrifici, attenzione a non confondere i primi segnali positivi con un segnale di cessate allarme, siamo sulla strada giusta». Lo ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, nel corso dell'informativa in Senato. «La battaglia è ancora lunga, non possiamo e non dobbiamo abbassare la guardia. La strada da percorrere è ancora lunga, senza il vaccino non sconfiggeremo mai il Covid», ha aggiunto. «Per riaccendere i motori della nostra economia non si possono sbagliare i tempi, sono confermate fino al 13 aprile tutte le misure di limitazioni precedentemente adottate», ha confermato Speranza. In questo momento, ha ammonito il titolare della Sanità italiana illustrando le ragioni che hanno portato a prorogare le restrizioni, «non solo non dobbiamo abbassare la guardia, ma tutti dobbiamo essere consapevoli che per un periodo non breve dovremo saper gestire una fase di transizione. Sarà indispensabile graduare la riduzione delle attuali limitazioni adottando graduate e proporzionali misure di prevenzione, per evitare che riesplodano nuovi gravi focolai di infezione. La fase di convivenza con il virus andrà gestita d'intesa con il Comitato tecnico scientifico con grande prudenza, continuando a monitorare molto seriamente il fenomeno e conservando tutte le buone pratiche individuali che abbiamo imparato a rispettare in queste settimane con i nostri comportamenti responsabili». «Certo - ha riconosciuto Speranza - dobbiamo programmare il domani, lo stiamo già facendo, ma senza smettere di essere consapevoli di cosa sia questa fase e di dove siamo esattamente oggi. Sbagliare i tempi, o anticipare alcune mosse - ha ribadito il ministro - finirebbe per vanificare il lavoro fatto in queste difficilissime settimane. È questa l'unica strada realistica e praticabile per riaccendere i motori della nostra economia, per recuperare pienamente la dimensione sociale e affettiva della nostra vita, per riconquistare le nostre irrinunciabili libertà». Subito è arrivata la risposta di Matteo Renzi: «I virologi devono sconfiggere il virus, ma poi serve la politica. Non facciamo lo stesso errore che abbiamo fatto qualche anno fa di dare ai tecnici la responsabilità di decidere sulla politica. Chi vi dice pensiamo alla ripartenza non sta sottovalutando l'emergenza sanitaria, ma che per un certo periodo bisognerà convivere con l'emergenza. Non ci si può affidare a un futuro fatto di assistenzialismo e con un debito pubblico al 200%. Lei ha deciso che si arriverà al 13 aprile, come sa alcuni di noi chiedevano meno, ma rispetteremo la sua decisione come faranno gli italiani, ma rifletta domani per vedere se le persone con disabilità e che convivono con lo spettro autistico possano avere un'ora d'aria. Non sottovaluti il bisogno di tornare alla normalità, che sarà una nuova normalità». Così il leader di Iv intervenendo in Senato al termine dell'informativa del ministro della Salute Roberto Speranza.

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