emergenza
Ospedali, posti letto, mascherine e straordinari. Ecco la bozza del decreto coronavirus
Via libera alle Regioni per la costruzione di strutture sanitarie ad hoc per il Covid-19, anche in deroga alle normali procedure, e finanziamenti a fondo perduto da parte di Invitalia alle imprese che producono dispositivi di protezione individuale (Dpi) come mascherine e tute. È quanto prevedono gli articoli 4 e 5 della bozza del decreto sull’emergenza coronavirus, che dovrebbe essere varato stasera dal Consiglio dei Ministri. «Le Regioni e le Province autonome possono attivare, anche in deroga ai requisiti autorizzativi e di accreditamento, aree sanitarie anche temporanee sia all’interno che all’esterno di strutture di ricovero, cura, accoglienza e assistenza, pubbliche e private, o di altri luoghi idonei, per la gestione dell’emergenza COVID-19 - si legge nell’articolo 4 - sino al termine dello stato di emergenza deliberato dal Consiglio dei ministri in data 31 gennaio 2020. I requisiti di accreditamento non si applicano alle strutture di ricovero e cura per la durata dello stato di emergenza». L’articolo 5 prevede inoltre che i Dpi «sono forniti in via prioritaria ai medici e agli operatori sanitari». Per approfondire leggi anche: Si sbloccano le mascherine da Francia e Germania Finanziati gli straordinari di medici e infermieri del Ssn alle prese con l’emergenza Covid-19. «Per l’anno 2020, allo scopo di incrementare le risorse destinate alla remunerazione delle prestazioni di lavoro straordinario del personale sanitario dipendente delle aziende e degli enti del Servizio sanitario nazionale direttamente impiegato nelle attività di contrasto alla emergenza epidemiologica - legge nell’ultima bozza del decreto legge con misure per fronteggiare l’emergenza coronavirus che l’Adnkronos Salute ha potuto visionare - i fondi contrattuali per le condizioni di lavoro della dirigenza medica e sanitaria dell’area della sanità e i fondi condizioni di lavoro e incarichi del personale del comparto sanità sono complessivamente incrementati, per ogni regione e provincia autonoma». Aumentare i posti letto in terapia intensiva e nei reparti di pneumologia e malattie infettive, anche avvalendosi, se necessario, di strutture non accreditate dal Ssn. È quanto prevede la bozza del decreto per fronteggiare l’emergenza Covid-19 atteso stasera in Cdm. All’articolo tre del provvedimento si prevede l’aumento, per tutte le Regioni e per le Province autonome, del 50% dei posti letto nelle terapie intensive e del 100% per le unità di pneumologia. Anche avvalendosi, in ultima istanza, di strutture non accreditate «nel caso in cui - si legge - le strutture pubbliche e quelle private accreditate individuate dal Piano regionale non siano in grado di soddisfare il fabbisogno stimato». «In altri termini, in considerazione del contesto emergenziale, si rinuncia, temporaneamente, ad avvalersi di strutture dotate dei più rigorosi requisiti richiesti per l’accreditamento, senza rinunciare alle garanzie assicurate da strutture, che munite dei requisiti per l’autorizzazione all’esercizio, operano, attualmente, nel privato», si legge nella relazione tecnica che accompagna la bozza del dl.