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Ora provano a spremere Fca

Filippo Caleri
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Non si scappa al fisco italiano. Nemmeno se si lascia il Paese. E soprattutto ora che l'indicazione del Governo è quella di rinviare le tasse sulla plastica e sulle bevande zuccherate, lasciando un buco nelle coperture della manovra, l'imperativo categorico è trovare soldi ovunque sia possibile. Così sarà un caso, ma l'Agenzia delle Entrate che risponde al ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri, si è messa subito in moto. E l'osso da spolpare, visto che in Italia di aziende da tosare ne sono rimaste poche, è la Fca, ex Fiat, oggi colosso italo statunitense con sede in Olanda. Che mentre lavora a una fusione futura con Psa Peugeot ha ricevuto la cartella di accertamento dagli 007 del fisco.  Per approfondire leggi anche: Fca-Peugeot, è fatta: fusione alla pari L'erario tricolore ha contestato al gruppo automobilistico di aver sottostimato di 5,1 miliardi di euro il valore di Chrysler al momento dell'acquisizione da parte dell'ex Fiat Spa nel 2014. L'Italia applica infatti la cosiddetta «exit tax», una tassa legata al plusvalore generato da una società che porta le proprie attività fuori dal Paese. Fca avrebbe valutato Chrysler, su indicazione dei propri advisor, circa 7,5 miliardi di euro... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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