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In ostaggio per 4 giorni dei complici con cui aveva hackerato le slot

Volevano la loro parte di bottino. Il 36enne informatico ha lanciato un Sos con whatsapp

Valeria Di Corrado
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Una storia da film. Una banda mette a segno un colpo da centinaia di migliaia di euro, hackerando il sistema informatico che permette di accedere agli incassi delle slot machine. Il nerd si appropria del bottino e i complici lo sequestrano a Firenze, minacciandolo con una pistola, lo caricano su una macchina di grossa cilindrata e lo tengono prigioniero per quattro giorni in una casa sul litorale laziale. Lui, dopo essere stato picchiato, riesce a impossessarsi di un cellulare e mandare un messaggio di aiuto via Whatsapp al fratello, che contatta i carabinieri. Ieri mattina i militari della compagnia di Civitavecchia hanno portato a termine un'operazione che ha consentito di liberare il 36enne di origini calabresi, informatico, vittima di sequestro di persona a scopo di estorsione da parte di due italiani, un 29 enne ed un 27enne, entrambi residenti a Cerveteri. La segnalazione è partita dal fratello del sequestrato, che ha chiamato la centrale operativa dell'Arma, riferendo di aver ricevuto dei messaggi Whatsapp con delle richieste di aiuto, nelle quali era indicato approssimativamente il luogo in cui si trovava la vittima: Capo di Mare di Cerveteri. I carabinieri hanno predisposto cinque equipaggi, che in brevissimo tempo hanno rintracciato l'abitazione, irrompendo all'interno. C'erano due letti davanti l'ingresso, occupati dai due sequestratori, e posizionati in modo tale da impedire l'eventuale fuga di notte dell'ostaggio, che non avrebbe avuto altre vie di uscita. Alla vista dei militari, il 36enne è scoppiato in lacrime e ha raccontato quanto accaduto nel corso dei tre giorni precedenti, trascorsi in una condizione di prigionia. Il sequestro è avvenuto nel corso della mattinata di lunedì, quando i due uomini, pluripregiudicati per reati contro la persona, il patrimonio e in materia di stupefacenti, hanno prima contattato telefonicamente il giovane, conosciuto nel corso dei mesi precedenti, e subito dopo si sono presentati nella sua abitazione di Firenze, manomettendo la serratura del portone e costringendolo a seguirli sotto la minaccia di una pistola. Fatto salire a bordo di un'autovettura di grossa cilindrata, i due sequestratori conducevano l'uomo nell'abitazione di Campo di Mare, presa in affitto tramite un sito di annunci on line. All'interno dell'appartamento il 36enne sarebbe stato prima picchiato e poi privato di qualsiasi mezzo di comunicazione, tenuto sotto controllo a vista. Le indagini hanno consentito di ricondurre i motivi del sequestro a un debito di svariate migliaia di euro, dovuto a un'attività di frode informatica che i due sequestratori e il sequestrato avrebbero tentato di mettere a segno nei mesi precedenti, mediante l'utilizzo di password finalizzate all'accesso a sistemi in grado di manomettere slot machine, avvalendosi delle competenze informatiche del 36enne, che ha a suo carico precedenti penali per attività di hackeraggio. L'uomo, malnutrito e in condizioni igienico-sanitarie precarie, nel corso della terza notte di sequestro è riuscito ad approfittare di un attimo di distrazione dei suoi aguzzini, impossessandosi per pochi secondi del proprio telefono cellulare, dal quale ha inviato i messaggi di aiuto al fratello. Sono in corso ulteriori indagini per individuare eventuali complici dei sequestratori. Già denunciato per il concorso nel reato di sequestro di persona a scopo di estorsione un 37enne di origini siciliane, proprietario dell'autovettura con la quale il sequestrato è stato condotto a Campo di Mare. I due arrestati sono stati condotti presso il carcere di Civitavecchia. Dovranno rispondere del reato gravissimo di sequestro di persona a scopo di estorsione, che prevede una pena che va dai 25 ai 30 anni di reclusione.

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