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Il grande popolo che abbraccia Mario

Oltre 7mila persone a rendere omaggio al carabiniere ucciso. Mentre politici e media continuano a litigare, vicino alla famiglia Rega c'è la gente comune

Franco Bechis
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Ero da mezz'ora nella lunga fila che da via dei Giubbonari si snodava per arrivare alla cappella del palazzo Monte di Pietà dietro Campo de Fiori a Roma per l'ultimo saluto a Mario Cerciello Rega quando il pietoso e assoluto silenzio che accompagnava la processione è stato spezzato da un applauso improvviso, partito da una ragazzina davanti a me. Stava sfilando per entrare nella camera ardente un lungo cordone di poliziotti della squadra mobile di Roma, in assetto tattico, e tutta la gente che c'era, anche i turisti che passavano di lì per caso, senza dire una parola hanno battuto le mani. Qualcuno con le lacrime agli occhi, altri sussurrando un semplice «grazie». Era accaduto già prima al passaggio delle auto dei carabinieri, è accaduto tante volte in questo pomeriggio romano dove violenti scrosci di pioggia si alternavano a qualche lampo di sole senza mai scalfire la compostezza di quel pellegrinaggio. In fila c'erano romani di ogni quartiere, che sono voluti venire lì a tutti i costi, turisti che avevano saputo e volevano dare quel saluto anche loro, i bangladini (come li chiamano a Roma) che vendono rose a Campo de' Fiori e in silenzio uno dopo l'altro le hanno deposte ai piedi della bara... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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