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Pronti a tutto per salvare Zeppetto il cocomeraro

Residenti in strada a Casal Bruciato contro la chiusura dello storico chiosco

Grazia Maria Coletti
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‘'Pronti a tutto per salvare Zeppetto'' . Lo storico cocomeraro di via Tiburtina, a Casal Bruciato, rischia la chiusura. E il quartiere venerdì alle 18 manifesterà sulla Tiburtina per salvare il chiosco dove lavora una famiglia italiana da 50 anni. Ci sarà anche la nipote di Zeppetto, Sabrina Taddei. "Ma insieme a me e a mia madre, Lucia Proietti, ci sarà tutta la nostra famiglia - dice la ragazza, 37 anni, nipote di Augusto Proietti, popolarmente conosciuto in tutta Roma con il soprannome di Zeppetto perché, spiega Sabrina, "all'epoca, quando si faceva assaggiare il cocomero, si faceva un tassello sulla polpa e per estrarlo si infilava un pezzetto di legno, lo zeppetto appunto, e da lì nomignolo dato a mio nonno''. Ma c'è di più. "Noi - continua Sabrina - abbiamo cercato sempre di venire incontro alle decisioni del IV Municipio. All'ultima riunione, un paio di mesi fa, la mini sindaca, Roberta Della Casa, non si è nemmeno degnata di partecipare. E la direttrice, Isabella Cozza, alla nostra richiesta di venirci incontro con un compromesso, ci ha risposto che non erano minimamente interessati, sottolineando anche che "la vita va così" e che quindi dovevamo accettare la chiusura''. ‘'Questa - continua la ragazza - è stata la risposta, nonostante io avessi fatto presente che mia mamma ha 63 anni e che questa è l'unica sua fonte di reddito''. "Zeppetto non deve chiudere - dice Fabrizio Montanini presidente del Comitato Beltramelli-Meda-Portonaccio - legalità senza ragione e senso civico é solo burocrazia sfrenata che spesso blocca ogni ingranaggio della società umana. L'ordine di chiusura del chiosco di cocomeri sulla Tiburtina, Zeppetto, ne è la diretta conseguenza. Quel chiosco - continua Montanini - per il popolo tiburtino, e non solo, è un'istituzione, un luogo di aggregazione, un punto luce nella desolata e abbandonata Tiburtina dove l'insicurezza regna sovrana ogni notte! Se i politici che ci amministrano non hanno il contatto con il territorio, proveniendo magari da altre zone di Roma, e non sanno cosa voglia dire per noi quel chiosco, quante serate della nostra vita ci abbiamo passato, noi cittadini non rimarremo a guardare!''.

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