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Casamonica abusivi. Ma prescritti

Assolto uno dei componenti del clan per gli illeciti a Capannelle. La vicenda iniziata nel 1983. Dopo 35 anni, la giustizia alza bandiera bianca

Valeria Di Corrado
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All'inerzia di chi ha amministrato Roma negli ultimi 30 anni, si sommano le lungaggini della giustizia penale, dalle cui maglie gli autori degli abusi edilizi sono usciti quasi sempre graziati per prescrizione. È questo lassismo trasversale che ha permesso ai Casamonica di costruire il proprio impero immobiliare in barba a qualsiasi legge, nella certezza di aver garantita l'impunità sotto ogni punto di vista.  Un esempio per tutti è il complesso residenziale realizzato al civico 10 di via Fratelli Marchetti Longhi, alle Capannelle, in una zona sottoposta a vincolo archeologico e paesistico. Un fondo agricolo, inizialmente adibito a pascolo per cavalli, nel corso di 35 anni si è trasformato in un complesso di villette a schiera, affittate in nero agli extracomunitari, per il momento escluso dalla lista degli immobili che il Comune deve sgomberare. I fratelli Ferruccio, Diego, Natascia, Laura e Gina Casamonica hanno ricevuto in eredità la proprietà del terreno dalla madre Virginia Spada, che nel lontano 1983 lo acquistò spoglio di ogni tipo di costruzione. All'epoca, come ancora oggi, quel terreno è censito al catasto come fondo agricolo. Peccato che, con il passare degli anni, è stata costruita prima una stalla, poi un'abitazione civile, diventata successivamente una villa con piscina e depandance, a fianco della quale sono stati recentemente edificati dieci monolocali che i fratelli Ferruccio e Diego (imparentati con i Casasamonica arrestati nel maxi blitz della Dda dello scorso 17 luglio) davano in locazione a immigrati nigeriani, senza un regolare contratto, percependo dai 300 ai 500 euro mensili per ogni unità... SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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