foto mai viste
Marylin inedita in un book sensazionale
La giovinetta si chiamava Norma Jeane, aveva diciannove anni e pareva impastata nel burro, una statuina gaia fatta di marzapane. Deliziosa e sconosciuta: non era ancora diventata la Marilyn Monroe divorata dalle sue tristezze. Gli anni della celebrità internazionale sembravano lontani quando, il 26 marzo 1946, si sottopose a giorni di sedute fotografiche in costume da bagno, sirena ammiccante che emerge dalla spuma dell’oceano, sposina ingenua e sensuale che esibisce i suoi boccoli ed il nasino scolpito. Quel book, che racconta l’ingresso di Marilyn nel mondo dello star system va all’asta il sette ottobre prossimo a Santa Monica e promette di diventare un libro d’oro. La base d’asta è di ottantamila dollari, ma c’è da scommettere che i milioni di collezionisti di memorabilia hollywoodiani cercheranno di accaparrarsi il prezioso album fotografico. Le foto di Norma Jean, che a diciannove anni aveva già sposato (da tre) il militare Jim Dougherty, tanto per sfuggire allo strazio di finire nell’ennesimo orfanatrofio, furono scattate da Richard C. Miller, che sarebbe diventato anch’egli un bravo ritrattista famoso nel mondo del cinema. Le sue immagini raccolte durante il set del film «Il gigante» sono state esposte al «Celebrity Vault» di Beverly Hills, nel 2007. Il fotografo rammentava di quanto Norma Jean fosse timida, dolce e generosa, ma già ferma nell’intenzione di diventare una star. La figlia dell’autore degli scatti, Peggy, ha ricordato invece come la futura Marilyn fosse stata invitata a cena a casa loro. «Lei era bellissima e ingenua, e passò la serata a dire che sarebbe diventata una stella del cinema. Io non ho ricordi precisi di quella sera, ma so che i miei genitori pensarono che almeno altre migliaia di ragazze coltivassero analoghi sogni. Non potevamo immaginare che lei ci sarebbe riuscita. La chiamavamo «nonny», affettuosamente». All’epoca Norma Jean, figlia di una psicolabile, con una infanzia turbata dai traslochi e dalle famiglie acquisite in virtù del suo status di mezza orfanella, era già una casalinga disperata. S’era sposata per trovare il suo equilibrio emotivo, ma il marito Jim si era arruolato nei marines e lei aveva dovuto trovarsi un lavoro in fabbrica. Ma lei sognava gli strass ed i red carpet. Miller è stato uno dei primi fotografi a lavorare con Norma Jean, l’immagine memorabile di lei che indossa il suo abito da sposa e stringe il libro di preghiere della moglie dell’artista è apparsa sulla copertina del giugno 1947 della rivista «Personal Romances». «Mio padre ci disse che Norma Jean era un'ottima modella quando ha iniziato. Aveva la qualità carismatica che i buoni modelli hanno, ha aggiunto Peg, 73 anni,insegnante in pensione. Mesi dopo Norma Jean firmò un contratto con la 20th Century Fox: il dirigente Ben Lyon la esortò a combinare il nome Marilyn con il nome di sua nonna, Monroe. Il fotografo e la sua musa si incontrarono di nuovo oltre dieci anni dopo, quando lei stava girando “A qualcuno piace caldo” e già manifestava tensioni che la portavano ad arrivare in ritardo, a qualunque ora si girasse. Richard C.Miller si stupì quando lei lo riconobbe, dicendogli: «Ehi, ciao, Dick». Il fotografo, morto anni fa, rimase colpito anche quando Tony Curtis, appena girata la scena del bacio con la sublime stella del cinema, disse sarcasticamente di avere appena finito di baciare “Hitler”. Il celebre ritrattista dei divi (scattò immagini anche a Clark Gable) trovò che la giovinetta allegra e speranzosa si fosse trasformata in una donna tesa ed insicura. Lo star system l’aveva inghiottita, la sua vita sentimentale era stata un fallimento. Quell’album fotografico con gli scatti originali di Norma Jean Dougherty rilasciano la sua morbidezza espressiva, il sorriso di una bimba ansiosa di mangiare il suo gelato. Sono foto importanti perché raccontano la storia di una ragazzina infelice che sperava di essere scaldata dalle luci dei riflettori.