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Pallotta: tutti vogliono lo stadio della Roma esclusi i laziali

Il presidente giallorosso lancia una frecciata ai rivali cittadini

Erika Menghi
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"The New Coliseum" è il vanto di James Pallotta, il futuro stadio della Roma su cui ha investito denaro ed energie: «Non puoi essere un brand mondiale senza possedere uno stadio di proprietà», dice il presidente nel suo intervento durante il meeting “Leaders in Sport - Meet Innovation” a Londra, dove oggi pomeriggio si vedrà con Monchi, atterrato poco fa nella capitale inglese. James sottolinea che «tutti a Roma vogliono questo stadio, eccetto forse i tifosi della Lazio, ma loro ci andranno a giocare una volta all'anno». Una frecciatina da vero ultras, e pensare che questo sport non lo appassionava affatto prima di acquistare il club giallorosso: «Fino a 5 anni fa pensavo che il calcio fosse orribile, non lo riuscivo a capire. Ora mi manda fuori di testa. Ci sono tre miliardi di tifosi di calcio nel mondo e io vorrei che l'1% avesse la Roma come suo secondo team preferito, per tutte le cose che facciamo. Questo vorrebbe dire avere 30 milioni di fan. Sono questi i numeri a cui dobbiamo ambire». Il progetto del nuovo stadio prevede delle accortezze tecnologiche che saranno utili ai fini della sicurezza: «Pensiamo a quale sistema di riconoscimento facciale utilizzare. Tra tre anni sarà molto diverso da oggi. Quanti sono stati ad una partita in Italia? Sapete come può essere un Lazio-Roma? Oppure con l'Inter? Anzi no, non discutono molto con quelli del Nord. Ma per esempio in una partita come Napoli-Roma la sicurezza è veramente importante. Posso farti un esempio, un anno e mezzo fa siamo andati dal capo della polizia e gli ho chiesto perché certe persone non venivano arrestate, lui mi ha risposto che non poteva farlo, mostrandomi un fascicolo di foto sgranate di persone che sapeva aver commesso reati. Per una cosa così con le telecamere di sicurezza sarebbe stato semplice, allora abbiamo comprato telecamere in alta definizione, in modo da poter identificare chi crea problemi».

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