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La Camera approva la legge razziale. Ecco chi rischia

MUSSOLINI

Pietro De Leo
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«Io che ci posso fare? Tanto comandano loro». Pierluigi Pompignoli, al telefono con il Tempo, questa storia della proposta di legge Fiano la prende con leggerezza. Dall'83 è il proprietario di uno dei tre negozi di souvenir del ventennio a Predappio, paesino romagnolo dove nacque, ed è sepolto, Benito Mussolini. Lì si vendono felpe, medaglie, bottiglie di vino, caffè, persino bavaglini per bambini, portachiavi. Tutti rigorosamente con il volto del Duce o i motti del fascismo. Poi, però, Pompignoli si fa serio: «In tutti questi anni non c'è mai stato un incidente nel mio negozio, nulla di nulla. Sa quante persone di sinistra sono venute? Tantissime, e spesso ho anche offerto loro da bere. Se io fossi costretto a chiudere, me ne starò a casa, visto che ho più di 80 anni. Ma dove mando i miei tre figli, che lavorano con me? E dove mando le due commesse?». Eh già, perché se la proposta Fiano dovesse diventare legge non ci sarebbe più margine per la sua attività, né per altre come la sua. E forse calerebbe la scure anche su molti altri. SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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