L'ATTENTATO IN SPAGNA
Terrore sulla Rambla, 14 morti a Barcellona: anche due giovani italiani tra le vittime
La polizia spagnola sta dando la caccia ai terroristi che hanno ucciso 14 persone in due attentati in Catalogna, a Barcellona e Cambrils. Non è nota l'identità del conducente del van, ma fonti di polizia hanno confermato che è tra i cinque uccisi dagli agenti a Cambrils. Altre fonti degli investigatori hanno rivelato che gli uomini in fuga sono quattro, tutti di età compresa fra 17 e 24 anni e di origine marocchina. Le autorità intanto lavorano per stabilire i legami tra i due attentati compiuti con van lanciati a tutta velocità contro la folla e rivendicati dallo Stato islamico e altri due fatti: l'esplosione di un'abitazione ad Alcanar e un veicolo fuggito da un posto di blocco e in cui è stata poi trovata una persona morta (fatto che secondo le ultime ipotesi della polizia non sarebbe collegato agli attacchi). Tra le vittime due giovani italiani Il bilancio delle vittime non è definitivo, ma si sa che anche due italiani hanno perso la vita sulla Rambla, Bruno Gulotta di Legnano (Milano) e Luca Russo di Bassano del Grappa (Vicenza). Anche alcuni bambini sono morti, mentre 126 persone sono rimaste ferite. Le vittime provengono da 34 Paesi. Le misure di sicurezza anti-camion sono state rafforzate a Madrid e in altre località spagnole, anche con barriere pesanti anti-camion, mentre la Francia ha rafforzato i controlli alla frontiera spagnola. L'attacco sulla Rambla Un van ha percorso a gran velocità e su traiettoria a zig-zag una sezione pedonale della Rambla di Barcellona, travolgendo decine di persone. Il conducente è poi fuggito, in un attentato la cui dinamica ricorda precedenti attacchi jihadisti, tra cui quelli del 14 luglio 2016 a Nizza e del 4 giugno scorso a Londra. Ore dopo, a Cambrils cinque terroristi a bordo di un furgone hanno travolto i passanti e li hanno colpiti con asce e coltelli, mentre indossavano false cinture esplosive. La polizia li ha uccisi. Nel primo episodio sono morte 13 persone, nel secondo è morta una donna. I feriti sono in tutto 126, 65 dei quali ancora in ospedale e 17 in gravi condizioni. Gli arresti e i fuggitivi La polizia catalana ha arrestato quattro persone, tre marocchini e uno spagnolo, nessuno dei quali con precedenti legati al terrorismo. Driss Oukabir, di origine marocchina e con doppia nazionalità, è stato arrestato a Ripoll ed è il fratello del 17enne Moussa Oukabir inizialmente sospettato di aver guidato il furgone sulla Rambla e poi ucciso a Cambrils. Moussa un paio d'anni fa aveva dato segnali di radicalizzazione sui social network, scrivendo che se avesse ottenuto il potere assoluto avrebbe "ucciso gli infedeli e lasciato in vita solo i musulmani che seguano la religione". Era nato a Ripoll, vicino Girona, il 18 ottobre 1999; a suo fratello risulta intestato l'affitto del van bianco usato sulla Rambla. Esplosione ad Alcanar ha impedito furgone-bomba Il capo della polizia catalana, José Luis Trapero, ha dichiarato che gli attentatori preparavano da tempo le loro azioni. La loro base era ad Alcanar, circa 200 chilometri da barcellona. Lì nella notte tra mercoledì e giovedì si sono verificate due esplosioni, causate da una persona che maneggiava una ventina di bombole di gas e in cui un uomo è morto e sette persone sono rimaste ferite. L'intenzione iniziale dei sospettati, per la polizia, era di usare le bombole in un furgone-bomba, ma hanno dovuto modificare i piani. Una fonte giudiziaria ha parlato della possibilità che alla cellula appartenessero fino a 12 persone. "No tinc por" ("Non ho paura") Mentre la Spagna rispetta tre giorni di lutto nazionale, le bandiere nazionali ed europee sono state tenute a mezz'asta in tutta Europa e la Rambla è stata cosparsa di fiori e candele. Stamane in Plaza Catalunya migliaia di persone si sono radunate per osservare un minuto di silenzio. Erano presenti il premier Mariano Rajoy e il re Felipe, mentre a Barcellona erano attesi leader europei tra cui i ministri degli Esteri tedesco Sigmar Gabriel e francese Jean-Yves Le Drian. Rajoy ha invocato "l'unità che ci rende più forti contro il terrorismo" e sottolineato che questa "lotta è il primo problema dell'Europa". La folla ha dedicato un'ovazione alle vittime, urlando il suo no al terrorismo con la frase in catalano, ripetuta in coro decine di volte: "No tinc por", non ho paura.