L'ADDIO ALLE GARE

Mondiali di Atletica a Londra 2017, Bolt chiude con una sconfitta: è solo terzo

Katia Perrini

Usain Bolt ha vinto solo la medaglia di bronzo nei 100 metri ai Mondiali di atletica di Londra. La medaglia d'oro è andata all'americano Justin Gatlin con il tempo di 9.92, argento all'altro statunitense Christian Coleman in 9.94. Bolt è arrivato terzo con 9.95. Per il pluricampione olimpico giamaicano era l'ultima gara individuale della carriera in un grande appuntamento. I suoi avversari se lo sono visto di fianco sui blocchi di partenza per l'ultima volta, ma per il mondo dell'atletica e per tutti i tifosi ed appassionati l'ultima esibizione di Usain Bolt in un grande evento sportivo sicuramente non sarà una bella notizia. Il fuoriclasse giamaicano, dominatore assoluto della velocità nell'ultimo decennio, appenderà gli scarpini al chiodo proprio dopo questa gara dei Mondiali di atletica di Londra. A 30 anni Bolt ha riscritto la storia dell'atletica vincendo l'oro nei 100 e 200 in tre Olimpiadi consecutive, impresa mai riuscita a nessuno. Senza la squalifica nei 100 nel 2011 a Daegu avrebbe avuto la possibilità quest'anno di completare la stessa doppietta in cinque Mondiali di fila. In un'epoca caratterizzata dagli scandali doping, il fulmine giamaicano ha quasi da solo tenuto a galla questo sport, ma il suo regno incontrastato è ormai giunto al termine, permettendo anche ad altri velocisti di assaporare il gusto della vittoria. Ora, a godersi la vittoria è l'americano Justin Gatlin, qui fischiato perché coinvolto in casi di doping, medaglia d'oro olimpica in 2004 e argento dietro a Bolt a Rio lo scorso anno. Christian Coleman, da parte sua, ai Trials ha firmato la miglior prestazione dell'anno sui 100 metri con 9.82.  Ma per qualsiasi atleta anche solo avvicinarsi allo strapotere, al carisma e alla popolarità a livello planetario di Bolt sarà ben altro discorso. "Servirebbe qualcuno capace di dominare, ma nessuno lo sta facendo?, ha detto l'ex campione olimpico nei 200 e 400 metri Michael Johnson. "Servirebbe qualcuno che abbia qualcosa di speciale anche in termini di personalità", ha aggiunto l'ex campione. "Nell'atletica dopo il mio ritiro non era come oggi. Ed era otto anni prima dell'arrivo di Bolt", ha ricordato. Johnson è uno di quelli che credono questo sport abbia bisogno di lavorare di più per promuovere se stesso piuttosto che aspettare un "nuovo Bolt" comparire sulla scena. "Non credo che lo sport dovrebbe dipendere da questo", ha detto ancora l'ex record del Mondo nei 200 e 400. "Se le Federazioni non faranno nulla per promuovere questo sport, ma penseranno solo a cavalcare l'onda di un grande atleta allora sarà difficile", ha spiegato ancora Johnson. "Questo è un grande sport, ma se vogliamo promuoverlo serve un certo tipo di lavoro. Non è così facile", ha concluso l'ex campione olimpico.