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Ossessionati dal Duce: l'Italia è nei guaiSala, Boldrini e gli altri insistono coi bavagli «antifascisti»

Mussolini

Marcello Veneziani
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Sala rianimazione fascismo e antifascismo. Non è un nuovo reparto clinico per malati mentali e terminali ma è l'eroica impresa del sindaco di Milano, Beppe Sala, che in piena estate del 2017, ha resuscitato il fascismo e l'antifascismo. Lo ha fatto per compiacere l'Anpi, l'associazione partigiani postumi, lo ha fatto per vincere (truccando) la gara d'appalto su chi guiderà la sinistra e magari lo ha fatto per distrarre Milano dalle pesanti indagini giudiziarie su di lui, in tema di appalti, falso e turbative d'asta. Ieri al Comune di Milano, in un convegno antifascista per stigmatizzare l'incursione di Casa Pound in Consiglio comunale, il prode sindaco di Milano ha chiesto di aggiornare e riattivare le leggi contro il fascismo e mandare finalmente in carcere i fascisti come finora non si è fatto. Esco per un attimo dalla Sala rianimazione e torno alla realtà presente. Dunque, ci sono in giro maree di immigrati clandestini, a Milano e in tutta Italia; ci sono fior di delinquenti impuniti, ci sono spacciatori che vengono mandati nuovamente a casa dalla madre che li ha denunciati, ci sono centri sociali e antagonisti che ad Amburgo e nel mondo spaccano tutto e mandano all'ospedale i poliziotti, sul web ci sono siti pedofili e terroristici, ci sono i mille guai e le mille emergenze del nostro Paese e delle nostre città. E questo signore, bocconiano, che si è presentato come manager e che dovrebbe amministrare la città più pragmatica d'Italia, se ne esce con questo delirio psico politico come se fosse appena tornato dalla macelleria di Piazzale Loreto del '45.  SE VUOI CONTINUARE A LEGGERE CLICCA QUI

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