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Corruzione in Campidoglio, la Procura chiede giudizio immediato per Marra e Scarpellini

Raffaele Marra

Silvia Sfregola
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La Procura di Roma ha chiesto il giudizio immediato per Raffaele Marra, l'ex capo del personale del Campidoglio arrestato nel dicembre scorso con l'imprenditore Sergio Scarpellini. Entrambi sono accusati di corruzione e il rito chiesto dalla pm Barbara Zuin e dall'aggiunto Paolo Ielo, titolari dell'indagine, consente di saltare l'udienza preliminare portando il processo direttamente in aula. Raffaele Marra, ex capo del personale del Campidoglio, e l'imprenditore Sergio Scarpellini sono entrambi accusati di corruzione dopo esser stati arrestati nel dicembre scorso. Secondo gli inquirenti, Scarpellini avrebbe pagato a Marra alcuni immobili per corromperlo. I due sono finiti in manette il 16 dicembre scorso: Scarpellini è passato ai domiciliari dopo pochi giorni, mentre l'ex funzionario comunale è tuttora detenuto nel carcere di Regina Coeli. "Le insistenti regalie fatte negli anni 2010 e 2013 dallo Scarpellini in favore del Marra - si legge nell'ordinanza di custodia cautelare eseguita a metà dicembre - trovano ragionevole spiegazione esclusivamente in una logica corruttiva, stante le funzioni pubbliche svolte all'epoca dal Marra in settori connessi agli interessi imprenditoriali dello Scarpellini". Il Gruppo Scarpellini ha, da anni, convenzioni urbanistiche milionarie con l'amministrazione romana "che richiedono - sostiene il gip - l'emanazione di provvedimenti amministrativi da parte sia del Comune di Roma sia della Regione Lazio", realtà nelle quali Marra ha avuto posizioni dirigenziali negli anni presi in esame dagli inquirenti. Le compravendite immobiliari al centro dell'inchiesta risalgono agli anni passati, ma il 30 giugno 2016, Marra, all'epoca braccio destro della sindaca Virginia Raggi, parlando al telefono con la segretaria di Scarpellini, assicurava di essere "totalmente a disposizione" dell'imprenditore. Secondo la procura, tra le regalie di Scarpellini a Marra ci sarebbe il pagamento da parte dell'imprenditore di buona parte dell'appartamento nel quale Marra risiede, da lui acquistato nel 2013 dall'Enasarco, e per il quale Scarpellini avrebbe fornito oltre 367 mila euro. Marra è anche indagato in un'altra inchiesta nella quale risponde di abuso d'ufficio insieme alla sindaca Virginia Raggi (accusata anche di falso in atto pubblico) per la nomina del fratello, Renato Marra, a capo del dipartimento Turismo del Comune. Due settimane fa, per bocca dei suoi legali, l'ex funzionario comunale ha fatto sapere ai pm di esser disposto a un nuovo interrogatorio solo a indagini concluse sia sulla vicenda che lo vede indagato per corruzione con Scarpellini, sia su quella nella quale risponde di abuso d'ufficio con Virginia Raggi.

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