La GRANDE PATACCA contro Libero
Politica e stampa contro il direttore di Libero per il titolo ironico sulla Raggi ("Patata bollente"). C'è chi invoca la radiazione dall'Ordine e chi parla di istigazione al femminicidio. La sindaca: "Chiederò risarcimento per diffamazione". Feltri: "Per Ruby lo stesso titolo e nessuno polemizzò"
Politica e stampa impazziti contro il quotidiano di Vittorio Feltri per il titolo ironico sul caso Raggi ("Patata bollente"). Per tutta la mattina spariscono i guai della giunta Raggi e della sua sindaca e si parla soltanto di questo. Ma non solo. Nel delirio c'è chi è addirittura arrivato a parlare di induzione al femminicidio, altri di sessismo. Frasi come "che schifo" "spazzatura", "pezzenti", "volgarità senza fine", "una delle pagine più nere del giornalismo italiano". Ovviamente non poteva mancare il Metodo Boffo e la radiazione di Feltri dell'ordine dei giornalisti. Il solito circo. Nel quale, i soliti complottisti vedono un modo per sviare l'attenzione sui problemi della Raggi. Sull'argomento si sono sprecati gli interventi di tutti con una grande eco sui social. Il titolo di Libero fa riflettere Pietro Grasso e Laura Boldrini, presidenti di Senato e Camera, con l'ex portavoce dell'Unhcr che esprime "piena solidarietà" per giornalismo spazzatura. "Ecco l'informazione italiana" titola invece il suo post sul blog il leader di M5s Beppe Grillo. Nel testo viene indicato il direttore responsabile Pietro Senaldi e il direttore editoriale Vittorio Feltri con il link ai loro account Twitter e l'indicazione "scrivigli su Twitter". Su Twitter cinguetta pure Di Maio: "Non so se sia sessismo o semplice idiozia, in ogni caso mi fa schifo". Solidarietà social arriva anche dalla grande nemica della sindaca di Roma Roberta Lombardi: "È qualcosa di vergognoso, deplorevole, perché un simile attacco offende la dignità di ogni donna. Questo non è giornalismo, qui non siamo di fronte a un semplice calembour, qui ci troviamo davanti a una concezione medievale, anzi che dico primitiva della vita". Improvvisamente pro Raggi si riscopre anche la senatrice romana M5s, Paola Taverna: "Molte volte sono stata criticata nei confronti di Virginia ed in più situazioni abbiamo avuto aspri confronti, ma oggi davanti alla prima pagina del quotidiano Libero e dopo la lettura dello scandaloso articolo di Feltri, non posso fare a meno di mostrare solidarietà a Virginia semplicemente come donna". Poi, stavolta su Facebook, si rivolge poi al direttore di Libero: "Vede dottor Feltri con un semplice parallelismo sarebbe facile alla sua definizione del sindaco di Roma come "patata bollente" accostare per lei "gran testa di cazzo" ma non mi abbasso a tanto. Sarà un piacere rivestire con il suo giornale il fondo del mio secchio della spazzatura in attesa che la sua testata sparisca insieme a tante altre". In campo pure Maria Elena Boschi: "Fare riferimenti allusivi e volgari o scadere nel sessismo non ha niente a che vedere con il diritto di cronaca o di critica" afferma la sottosegretaria alla Presidenza del Consiglio che ha la delega alle Pari opportunità. "Vorrei esprimere in questo momento la mia solidarietà alla sindaca di Roma Virginia Raggi, sperando - dice ancora Boschi - che si possa ritrovare una giusta misura nel dibattito e nel racconto politico". Dal fronte dem Matteo Orfini, presidente del Pd, scrive: "Questa prima pagina fa semplicemente schifo" con il gruppo al Campidoglio che si stringe attorno alla prima cittadina pentastellata: "Da Libero squallida e volgare aggressione sessista contro sindaca". Il titolo del quotidiano meneghino suscita infine le reazioni di stampa e giornalisti. Il presidente dell'Fnsi Giuseppe Giulietti è netto: "Il ricorso a espressioni volgari e allusive magari riassunte in titoli ad effetto, quale per esempio "Patata bollente", non è accettabile nei confronti di chiunque, soprattutto nei confronti di una donna. I giornalisti non possono dimenticare i doveri professionali sanciti dalla legge e dalle carte deontologiche". Ancora più duro il numero 1 dell'Odg Enzo Iacopino: "Trovo disgustoso quel che appare oggi su Libero, riferito allusivamente alla vita privata di Virginia Raggi. Debbono essermi sfuggite le reazioni delle signore che insorgono indignate quando si ironizza o si fanno battute volgari sulle donne". Dopo una giornata di polemiche politiche il direttore di Libero Vittorio Feltri parla del caso con Affaritaliani.it: "Ma perché dovrei chiedere scusa?" domanda Feltri. "Questo stesso titolo lo feci il 15 gennaio 2011 su Libero, dove ero tornato da poco come direttore editoriale, per il caso Ruby rubacuori - spiega - L'occhiello era: Silvio rischia grosso. Il titolo: La patata bollente. E ancora: sul caso Ruby offensiva finale dei pm di Milano, processo al premier per sfruttamento della prostituzione minorile. Interrogate cento ragazze, 600 pagine di intercettazioni ma Berlusconi sfida i giudici: solo fantasie, lasciatemi governare o si va al voto. Lo stesso titolo, "la patata bollente", fatto su Ruby e con foto di Ruby va bene, se invece lo facciamo sulla Raggi non va bene? Come mai?", sottolinea il direttore di Libero. "Poi che cos'è la patata? A Roma c'è sicuramente una questione scottante. E quindi è una patata bollente". Sì, ma in molti parlano di evidente doppio senso e di sessismo... "Il doppio senso, eventualmente, lo attribuisce chi legge e non chi scrive" sottolinea Feltri. Il presidente della Camera Laura Boldrini ha addirittura parlato di volgarità da giornalismo spazzatura. Sono opinioni e io rispetto tutte le opinioni. Per cui desidererei che fossero rispettate anche le mie, ma forse pretendo troppo". Dunque niente scuse alla sindaca di Roma in balìa dei pm per nomine e polizze. "Perché dovrei chiedere scusa?" ribadisce Feltri. "Di che cosa? Per la patata bollente? Ma stiamo scherzando? Che questa sia una patata bollente non c'è il minimo dubbio. Poi il salto dalla patata alla f..a è notevole". Il paragone è inevitabile: "All'epoca su Ruby non ci furono polemiche - ricorda il direttore di Libero - Nessuno parlò di sessismo. Due pesi e due misure, che differenza c'è tra la Raggi e Ruby? Non sono due persone entrambe degne di rispetto?". La diretta interessata reagisce solo a fine serata pubblicando un lungo post su Facebook e annunciando la richiesta di risarcimento per diffamazione. "C'è un retropensiero - commenta la Raggi - che offende non soltanto me ma tante donne e tanti uomini"