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Hotel Rigopiano, quarto giorno di ricerche disperate nella nebbia

Katia Perrini
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Nebbia e nubi percorrono il cielo tra Penne e Farindola nel quarto mattino di ricerca dei dispersi dell'hotel Rigopiano sepolto dalla slavina. Non c'è però ancora la pioggia di ieri, almeno a Penne, dove si trova il centro di coordinamento delle ricerche, allestito nel Palazzetto dello Sport. I soccorritori continuano a scavare, nella speranza di poter trovare ancora qualcuno vivo. Ma le condizioni atmosferiche sono difficili. Con la nebbia gli elicotteri non possono alzarsi in volo e il rischio valanghe è altissimo, a livello 4 su una scala che arriva a 5. In serata, però il morale cade. Un altro corpo viene recuperato. Così il numero dei morti sale a 6. Si scava senza sosta alla ricerca dei 23 dispersi. Uno in più rispetto a quello che si pensava sino a ieri perché all'interno dell'hotel pare che ci fosse anche un dipendente senegalese. Il cui corpo è stato trovato ieri sera dai soccorritori. Per tutta la notte tra sabato e domenica i vigili del fuoco avevano proseguito incessantemente le operazioni con la lentezza imposta dal rischio di crolli all'interno della struttura, sotto il peso della massa di neve che l'ha fortemente indebolita. Si procede dunque con una tecnica nota come "urban research and rescue", che esclude l'uso di macchinari. Non perché questi non sia disponibili, ma perché il loro impiego é considerato altamente rischioso: le vibrazioni potrebbero determinare cedimenti. I soccorritori lavorano quindi a mano, con vanghe e piccozze, adoperando la massima cautela per avanzare senza compromettere la fragile stabilità sotterranea. La strada che collega l'hotel di Rigopiano a Farindola è transitabile ma si attendono interventi per migliorarne la percorribilità. La turbina che ha aperto un varco nella neve ha infatti creato una sorta di alveo dove può passare un mezzo per volta. Per questo sono state in più punti create piazzole, in modo che ci si possa dare vicendevolmente dare la precedenza tra i mezzi che procedono in un senso e nell'altro. I bulldozer dovrebbero continuare ad allargare il passaggio.  "Le speranze ci sono - dice Giuseppe Romano, direttore Emergenze dei Vigili del Fuoco - abbiamo già visto tanti casi di persone che sono sopravvissute anche per periodi ben più lunghi". Sulla stessa linea, il suo collega Fabio Jerman del comando di Belluno, spiega che le squadre all'opera lavorano con entusiasmo e determinazione e non c'è traccia di rassegnazione. "Abbiamo predisposto un avvicendamento delle squadre ogni quattro o cinque giorni a seconda delle mansioni". I rischi Da una parte, il rischio di una slavina che potrebbe colpire gli stessi soccorritori: per il momento viene dato ancora un rischio di 4 su 5, e si spera che il livello possa scendere a 3 entro domani. L'altro rischio è causato dalla stessa attività di ricerca, specie se messa in atto con mezzi pesanti: le vibrazioni potrebbero causare cedimenti. Per questo le operazioni procedono a rilento. Esse, secondo quanto riferiscono i soccorritori, vanno in due direzioni: da una parte si continua ad utilizzare il varco aperto per il salvataggio dei superstiti, dall'altra si tenta di aprire un nuovo varco nell'ala sinistra dell'hotel, la quale però deve essere prima messa in sicurezza. I sopravvissuti intanto continuano a restare ricoverati all'ospedale di Pescara. Non c'è stato nessun nuovo arrivo nel nosocomio dove sono ricoverati i 9 superstiti e dove si trovano i 5 cadaveri delle vittime (ai quali si aggiungerà il sesto).   Nel nosocomio sono ricoverati la moglie di Giampiero Parete, il cuoco che si è salvato e ha dato l'allarme,  Adriana, e il figlio Gianfilippo. Con il piccolo, assistiti dai medici, ci sono altri tre bambini: l'altra figlia di Parete, Ludovica, Edoardo Di Carlo (purtroppo rimasto orfano perché il papà Sebastiano Di Carlo e la mamma Nadia Acconciamessa sono tra le vittime) e Samuel Di Michelangelo. In ospedale c'è anche Giampaolo Matrone, 34enne romano, titolare della pasticceria "La Deliziosa". L'uomo sarebbe rimasto accanto alla fidanzata sotto le macerie, stringendole la mano, fino a rendersi conto che lei si stava spegnendo. Lui stesso è stato sottoposto ad un'operazione, ma ora sta bene. Recuperato anche il 25enne Vincenzo Forti, gestore della pizzeria "Peter Pan" a Giulianova, nel teramano. Estratte infine due donne. Una è Francesca Bronzi, che era alla sua prima vacanza con il compagno, Stefano Feniello, ancora disperso. Viva e all'ospedale è anche Giorgia Galassi, fidanzata di Vincenzo: la loro storia, è il caso di dirlo, sembra concludersi con un lieto fine. Diversi superstiti potrebbero essere dimessi lunedì. Il bilancio ufficiale dei morti è a sei. Oltre al senegalese, alla madre e al padre di Edoardo, ci sono i due dipendenti dell'hotel, il capo-cameriere Alessandro Giancaterino e il cameriere Gabriele D'Angelo, e infine Rosa Barbara Mobilio.

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