Valanga su hotel, ricerche senza sosta: disperse 25 persone
La notte è trascorsa senza segnali di vita. Nessuno degli occupanti dell'hotel ai piedi del Gran Sasso risponde. Nè i cani dei soccorritori hanno captato un respiro, una voce, un rumore. È la speranza il motore dei soccorsi, se non ci fosse i soccorritori non lancerebbero il cuore oltre l'ostacolo, ma più si va avanti e più la speranza di ritrovare persone vive si affievolisce". Fabrizio Curcio, capo della Protezione civile, sintetizza così una giornata difficile che continua senza sosta dalle 17 di ieri e proseguirà per tutta la notte. L'Hotel Rigopiano di Farindola, a una cinquantina di chilometri da Pescara, 1200 metri di altitudine, non c'è più. È stato travolto da una valanga con un fronte di 300 metri, causata dalle scosse di terremoto che ieri hanno colpito di nuovo il Centro Italia. Lì sotto, però, ci sono ancora una trentina di persone, tra cui 4 bambini. I cani non hanno dato segnali positivi, cioè non hanno rilevato alcuna presenza. Quattro vittime accertate Quattro al momento, le vittime accertate e altre due persone sono state estratte vive dalla neve e portate in ospedale. Una è Giampiero Parete, 38 anni, residente a Montesilvano. È stato lui a chiamare i soccorsi. "È arrivata la valanga - ha riferito ai sanitari - sono stato sommerso dalla neve, ma sono riuscito a uscire". È stato ricoverato in ipotermia all'ospedale di Pescara, ma le sue condizioni non sono gravi. Salvo anche Fabio Salzetta, manutentore dell'hotel. Al momento della valanga era all'esterno per controllare il funzionamento della caldaia. Una trentina di dispersi I dispersi sarebbero almeno una trentina. Tra loro anche una coppia di Osimo, Domenico Michelangelo e Marina Serraiocco, e il loro figlio di 6 anni, in vacanza nel resort. Non si hanno più notizie da ieri nemmeno della moglie e del figlio di Giampiero Parete, uno dei sopravvissuti. Il padre della responsabile della Spa dell'hotel, racconta a Radio24 che il personale già ieri mattina aveva chiesto di potere lasciare la struttura, ma "gli hanno risposto che c'erano altre priorità". In attesa dello spazzaneve Quando la slavina si è abbattuta sul resort, all'interno si trovavano 11 dipendenti e 24 ospiti, riuniti nella hall. Avrebbero dovuto lasciare l'albergo e stavano attendendo l'arrivo dello spazzaneve per poter muoversi verso la valle. Bruno Di Tommaso, direttore dell'hotel, si trovava a Pescara quando si è verificata la tragedia. "Ero sceso per coordinare da Pescara le operazioni di soccorso per lo sgombero neve - racconta - poi la situazione alle 17 è precipitata. Per questo non ero lì". Di Tommaso è il nipote di Roberto Del Rosso, gestore del resort. "L'avevo sentito alle 16 - racconta - attraverso messaggini, stavo aggiornando i ragazzi sulla situazione. Roberto era preoccupato per la tanta neve". La macchina dei soccorsi La posizione isolata in cui si trova l'hotel e le nevicate straordinarie di questi giorni hanno reso difficilissimo per i soccorritori raggiungere il luogo della valanga. Il soccorso alpino è arrivato nella notte, quasi all'alba, in coda alla turbina che liberava le strade da oltre due metri di neve. Nel corso della giornata sono arrivati aiuti da tutta Italia per affrontare quello che il sindaco di Farindola, Ilario Lacchetta, ha definito "uno scenario apocalittico". "L'hotel, infatti - ha detto Curcio - è imploso" all'interno. Al lavoro ci sono 135 persone e 20 mezzi, ma il loro numero è destinato a crescere. Per tutta la notte hanno scavato tra la neve alla ricerca di superstiti. E oggi continueranno. Finché troveranno uno ad uno tutti gli occupanti di quell'hotel di lusso diventato in pochi minuti una trappola mortale.