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Renzi a Camerino: anche se piegati non molleremo

Katia Perrini
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L'Italia è più forte del terremoto, l'Italia «è ferita ma non si piega». Sta tutto qui il messaggio che Renzi ha voluto lanciare alle popolazioni segnate dal sisma, ma anche all'Unione europea con cui è in corso una sfida in cui le parole chiave sono: austerità, migranti e, di recente, anche terremoto. Il premier è arrivato alle 16 a Camerino, uno dei luoghi più colpiti nelle Marche dalle scosse che ieri hanno sconvolto di nuovo il Centroitalia. In mattinata il Consiglio dei ministri ha esteso lo stato di emergenza alle aree interessate tra Umbria-Marche e Lazio, fissando 40 milioni per le prime urgenze «a cui si aggiungono altri 50 milioni - ha specificato Renzi - e il meccanismo del credito di imposta, come per Arquata e Accumoli». Gli sfollati oscillano fra le 4 e le 5mila persone, ha detto in conferenza stampa il capo della protezione civile Fabrizio Curcio. Per loro non ci saranno tende, ma verranno trovate altre soluzioni. «Non possiamo immaginare di far trascorrere l'inverno in tenda, l'obiettivo è di non allestire nessuna tendopoli», annuncia Renzi che preferisce ricostruire «presto e bene» quel che c'era. Il premier ne approfitta per rivolgere un appello al Parlamento perché «approvi più velocemente possibile il decreto legge sul terremoto», a cui sarà aggiunto «un emendamento o un'altra formula» per includere nel decreto Camerino e gli altri paesi colpiti dal sisma del 26 ottobre, tra i quali Norcia, Ussita, Castelsantangelo. Il messaggio del presidente è chiaro: «Non vi molliamo. Vorrei rassicurarvi sulla centralità di questo Comune e di quelli vicini». Un'attenzione che ci sarà «in particolare a telecamere spente» perché «questa per noi è una priorità». Oltre al dolore della tragedia, sottolinea poi il premier, dalla vicenda emerge il «senso di comunità» dell'Italia. Renzi invita quindi a «non scherzare» su questi argomenti. Il riferimento indiretto potrebbe essere al triste tweet pubblicato e poi cancellato dal senatore Cinquestelle Andrea Cioffi che ieri, poco dopo le scosse, aveva ironizzato sul terremoto, dicendo che il Senato aveva retto benissimo e avrebbe resistito anche alla riforma costituzionale voluta da Renzi. Un episodio che ha sollevato numerose polemiche sul web al punto da costringere Cioffi a rimuovere il tweet, chiedendo pubblicamente scusa. Renzi coglie l'occasione per ribadire la specificità del nostro Paese rispetto anche agli altri Stati Ue. «L'Italia è in fase di costante difficoltà a causa del terremoto - ricorda - non solo quello attuale, ma anche quello del 24 agosto e i precedenti». Non è un mistero che il presidente del Consiglio sia impegnato proprio in questi giorni in un braccio di ferro con la Commissione europea per spuntare il 2,3% di deficit previsto dalla legge di bilancio. Una percentuale che, secondo il premier e concorde il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, sarebbe più bassa se non comprendesse le spese che l'Italia deve sostenere per migranti e per le ricostruzioni post sisma. «Anche se piegati, noi non possiamo mollare», garantisce. Le parole di Renzi suonano come un incoraggiamento rivolto agli italiani e come un avvertimento a quella Commissione europea che manda lettere di richiamo all'Italia e chiede chiarimenti su come l'esecutivo intenda spendere i soldi pubblici. «Abbiamo bisogno di fare un intervento strutturale ed è quello che stiamo facendo e che faremo con Casa Italia», spiega. Uno dei primi obiettivi sarà riaprire l'università di Camerino, tra le più antiche al mondo. «Vorremmo riniziare le lezioni fra una settimana», annuncia il rettore Flavio Corradini. E Renzi assicura che «è necessario» che l'università «riparta subito, nelle modalità che abbiamo stabilito». Una garanzia quindi per le centinaia di studenti, anche stranieri, che la frequentano.Il sindaco Gianluca Pasqui si dice soddisfatto alla notizia dell'inclusione del suo Comune nel decreto terremoto che definisce «da plauso». «Io ho vissuto il 97 da terremotato: oggi è tutta un'altra storia. Camerino è, era e sarà una città importante per l'Italia», assicura il pr imo cittadino. Quarantacinque minuti di visita dopo di che Matteo Renzi leva le tende insieme al ministro per le Infrastrutture Graziano Delrio, arrivato nelle zone terremotate per il sopralluogo con Curcio e il commissario straordinario per la ricostruzione Vasco Errani. «Vi lasciamo lavorare. Siamo qui solo per dirvi grazie», spiega il premier, visibilmente stanco dopo una notte trascorsa insonne a monitorare la situazione in contatto costante da Palazzo Chigi con la protezione civile. In conclusione, Renzi porta alle popolazioni colpite i saluti del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella «che ho sentito stamattina e che vi segue con la consueta umanità che lo contraddistingue».

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