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A Roma nasce un altro centro profughi

Messo a disposizione dei migranti un albergo che si trova all'Aurelio I residenti: «Silenzio assoluto del Municipio. Abbiamo paura per i bimbi»

Valentina Conti
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Un altro centro di accoglienza nella Capitale. Stavolta la location prescelta - tetto per migranti e richiedenti asilo - è sull'Aurelia, esattamente al confine tra XII e XIII Municipio, presso l'hotel «Il Gelsomino». Nella struttura che sorge al civico 10 di largo Tomaso Perassi ci andranno un numero indefinito di migranti. La segnalazione arriva da diversi residenti che non nascondono la loro preoccupazione. La loro massiccia presenza in questi ultimi giorni non è passata sotto traccia. «Girano in gruppi per il quartiere e da poco sono aumentati gli episodi di accattonaggio e la questua dilaga più del consueto. È un caso?», si chiedono. «Abbiamo notato il via vai e non è stato complicato capire. Però non ci ha avvisati nessuno, nessuna comunicazione, nessuna informativa dal Municipio», precisano. «Abbiamo timore per la nostra sicurezza, per chi ha figli piccoli, e per la zona in generale». «Ieri ho incontrato due persone che mi hanno chiesto cibo», racconta una residente. «La solidarietà va benissimo, ma vorremmo sapere come vivranno qui, se gli espedienti saranno il sale delle loro vite». In pratica, film simile a quello di via Ramazzini a Monteverde, dove – come documentato da Il Tempo - non si placano le proteste per la tendopoli istituita presso la sede della Cri (insieme ai timori per l'attivazione del nuovo campo nel quale per ora si stann osvolgendo delle esercitazioni). In un primo momento si è cercato di negarne l'esistenza, poi ci si è dovuti arrendere all'evidenza e rendere nota la situazione, proprio nello stesso momento in cui comitati di quartiere e associazioni del territorio lamentavano quotidiane scene di degrado, molestie e aggressioni che continuano ad avere seguito. «I cittadini stanno subendo scelte calate dal ministero dell'Interno e dalla Prefettura di Roma che sta riempiendo la città di immigrati e richiedenti asilo», attaccano Fabrizio Santori, consigliere regionale di FdI e Marco Giovagnorio, capogruppo FdI Municipio XIII, che confermano la notizia del nuovo centro all'Aurelio. «L'atteggiamento lascivo e buonista del MoVimento Cinque Stelle, che oggi governano i Municipi XII e XIII, sta rendendo vita facile a chi continua a ingolfare il nostro territorio, facendo calare dall'alto il secondo centro di accoglienza nel giro di pochi mesi», proseguono i due esponenti di FdI. Ed è bagarre politica, attirata da un post apparso sulla pagina Facebook della presidente del Municipio XIII Giuseppina Castagnetta (poi modificato). «I partiti della vecchia politica hanno perso il Potere e sono disperati! Credono di potere strumentalizzare ogni accadimento per manipolare l'opinione pubblica. Ci incitano a prendere a bastonate con i volti coperti altri esseri umani, ci chiedono di cacciarli e bruciarli indipendentemente se sono donne, uomini o minori il degrado morale, la perdita della nostra identità non devono appartenerci», scrive senza mezzi termini la minisindaca. «Il post della presidente dal titolo"No al razzismo no alla violenza" è arrivato all'indomani della nostra denuncia sull'apertura del nuovo centro di accoglienza in largo Perassi, tra Aurelia e Aurelia Antica», ribattono Santori e Giovagnorio. «La Castagnetta ha il dovere di uscire dalla vaghezza e fare i nomi di chi l'avrebbe istigata addirittura a bruciare altri esseri umani», tuonano ancora. «Il tenore delle sue affermazioni - simili per contenuti e registro usati a quello dei centri sociali della sinistra radicale - non può passare inosservato. E il goffo tentativo di cancellare il post e rimodularlo, senza prevedere che lo avremmo fotografato, non esime la presidente dalle sue responsabilità». Domani alle 18 ci sarà una manifestazione dei cittadini al quartiere Aurelio: «Le istituzioni si espongano, ci dicano le cose come stanno e con chi dovremo convivere. Vogliamo capire cosa sarà del nostro quotidiano, vogliamo sapere quello che dovremo aspettarci. Le convivenze, nelle migliori delle ipotesi, necessitano di regole e soprattutto di chiarezza».

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