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La Lazio ripensa allo stadio Flaminio

Lo stadio Flaminio oggi completamente abbandonato

Luigi Salomone
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La giunta Raggi spera, i tifosi anche: lo stadio Flaminio alla Lazio. Tutti felici, il Comune che non può assistere al degrado progressivo di una delle strutture sportive più importanti della Capitale senza provare il salvataggio, i laziali che tornerebbero nella loro casa, a poche centinaia di metri da Piazza delle Libertà, luogo di fondazione del più antico club di Roma. Manca solo il presidente Lotito che, finora, si è sempre mostrato contrario a questa eventualità. Ebbene, nelle ultime settimane, la mozione dei sentimenti dei sostenitori biancocelesti, unita alla certezza di non poter mai coronare il sogno di costruire un nuovo impianto sui suoi terreni sulla Tiberina, il «no» netto è diventato un «nì», o meglio, non ci sarebbe più una chiusura totale. Intendiamoci, Lotito non vuole il Flaminio, i costi restano troppi alti rispetto ai ricavi possibili, però il presidente sta cominciando a entrare nel merito della questione. Con investimenti previsti da 3 a 15 milioni di euro circa si può cominciare l'operazione di recupero, mentre per la manutenzione ordinaria servirebbero circa 700 mila euro all'anno: numeri importanti. Tanti soldi, troppi per Lotito che, insieme all'impossibiltà di creare delle strutture collaterali in una zona già satura, la necessità di crearea una copertura dello stadio e all'assenza di parcheggi: motivi che hanno sempre bloccato sul nascere qualsiasi possibilità di rendere reale il sogno dei tifosi della Lazio. Tante le iniziative di questi anni andate a vuoto e ora il Flaminio è solo un ammasso di strerpaglie e pietre, un monumento all'incuria e al degrado che squalifica ancora di più il lavoro delle giunte che si sono susseguite negli ultimi anni. Da quando è stato abbandonato dal rugby regna il disastro e così chiunque passi sotto la collina dei Parioli potrà solo ammirare un vecchio impianto abbandonato a se stesso: una vergogna per Roma. I sindaci Veltroni, Alemanno, Marino e ora Raggi con la sua giunta hanno sempre espresso la volontà di dare il Flaminio alla Lazio. Proposta rimandata al mittente ma negli ultimi giorni qualche timido segnale da Lotito c'è stato. Il presidente ha chiesto informazioni, si è bloccato su due punti fondamentali: i parcheggi e la copertura. Ci sono sicuramente vincoli di carattere urbanistico, di sovrintendenza e d'ampliamento richiesto per motivi di omologazione Figc ma si potrebbero superare. Dal 19 giugno 2011 (Atletico Roma-Juve Stabia) non si disputa una partita al Flaminio, che proprio da quell'anno è un impianto comunale che per anni era stato dato in concessione al Coni. Come detto tanti i problemi: difficile poterlo ampliare per arrivare a quei 40.000 posti che rappresentano l'ideale per la Lazio, unica soluzione possibile è quella di scavare sotto il livello del campo, con la certezza di trovare qualche rudere romano con immediato blocco dei lavori. Per quanto riguardo la copertura c'è un vincolo, considerato che l'opera è un monumento realizzato dall'ingegner Nervi. Si potrebbe costruire un parcheggio sotto lo stadio, che poi potrebbe dare a Lotito una rendita durante la settimana visti i tanti uffici presenti nella zona, per aumentare così quei ricavi che al momento sarebbero troppo bassi per giustificare l'investimento della Lazio. Insomma servirebbe une reale volontà politica, gestionale e operativa oltre all'ok di Lotito. In realtà sarebbe quasi meglio poterlo buttare giù per costruire un nuovo impianto. È evidente che il futuro siano stadi fuori dai centri abitati, con la possibilità di gestire meglio l'ordine pubblico, il Flaminio resta una suggestione (in ogni caso va salvato in fretta dal degrado) per la Lazio, Lotito dovrebbe fare un'operazione sentimentale non in linea con la sua gestione. Ma chissà che lo scenario non stia cambiando e ci possa essere questa clamorosa svolta che farebbe godere tutti i tifosi della Lazio facendo diventare in un sol colpo Lotito dal presidente più contestato della storia a quello più amato. È un rigore a porta vuota, a costo quasi certamente di una remissione economica, avrebbe lo stadio pieno di passione nel cuore di Roma magari ottenendo qualche tipo di compensazione in altre parti della città. Del resto il progetto giallorosso è arrivato al passaggio decisivo e, in caso di via libera della giunta Raggi, è facile pensare che qualche freccia in più all'arco biancoceleste ci sarà. A quel punto sarebbe più facile provare a forzare qualche vincolo, peraltro esagerato visto che ormai siamo nel 2016. La palla è tra i piedi del presidente della Lazio, potrebbe rimandarla, come ha fatto finora, dall'altra parte del campo ma anche sparigliare e presentare un progetto per regalare ai tifosi biancocelesti un tempio comune.

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