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L'Anac di Raffaele Cantone contesta le sedi del Campidoglio

Francesca Pizzolante
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Trattative dirette con un'agenzia immobiliare, procedure anomale e «non conformi al dettato normativo». Il Comune di Roma torna sotto la lente d'ingrandimento dell' Anac. Questa volta al centro dell'attività di vigilanza dell'Authority finiscono due immobili presi in locazione dal Campidoglio tra il 2014 e il 2015. Circa 5mila mq a via del Tritone destinati ai gruppi consiliari dell'assemblea capitolina e un altro di poco meno di 3mila mq in via della Panetteria da adibire a sede degli uffici del segretariato e della direzione generale. Per entrambi gli immobili il canone da corrispondere annualmente a due diversi fondi, Fedora ed Enpap, ammonta a 2.220.000 Euro. Di certo un passo in avanti rispetto agli oltre 11 milioni di euro che il Comune di Roma corrispondeva all'Inpgi per la locazione di due immobili in via delle Vergini e a largo Loria. Fin qui nulla di strano se non fosse che, sottolinea Anac, l'individuazione di entrambi è «avvenuta, in modo anomalo, tramite l'intermediazione diretta di un'agenzia immobiliare», con tanto di pagamento da parte dell'ente pubblico di provvigioni per 225mila euro. Secondo Anac infatti «la modalità di scelta del locatore deve ispirarsi ai principi di economicità, efficacia, imparzialità, parità di trattamento, trasparenza, proporzionalità ed essere preceduta da invito ad almeno cinque concorrenti, se compatibile con l'oggetto del contratto». Entrambi i contratti indicavano come data di inizio locazione il 31 maggio 2015: quello di via del Tritone è stato chiuso l'1 dicembre, dopo lo scioglimento dell'Assemblea Capitolina e l'insediamento del commissario straordinario ma all'interno «sono rimasti i carteggi relativi all'attività svolta dai gruppi capitolini e dalle Commissioni» di cui era la sede, «unitamente a parte del materiale funzionale» (computer, fotocopiatrici, stampanti) e al server con i dati archiviati. Sembra al quanto anomala la scelta del Comune di Roma di stipulare nuovi contratti di affitto dal momento che è possessore di un patrimonio immobiliare sconfinato. Un passaggio sul quale anche Raffaele Cantone, nella delibera notificata in giornata al sindaco Virginia Raggi, sottolinea: «Suscita perplessità - si legge nell'atto - il fatto che Roma Capitale non abbia potuto reperire, tra gli immobili di sua proprietà, o di proprietà del Demanio, soluzioni alternative a costo zero». Anac, inoltre, nota che, nonostante dal dicembre 2015 sia stata sciolta l'Assemblea Capitolina con conseguente commissariamento, l'immobile di via del Tritone tra l'altro sia stato chiuso. All'interno, però, sono rimasti pc, documenti, stampanti, fotocopiatrici e anche il server: ma dalla risposta fornita all' Anac dal Comune «non si evince se, a seguito dell'insediamento della nuova Assemblea Capitolina, avvenuto il 7 luglio 2016, l'immobile sia ad oggi utilizzato». Quel che è certo, invece, è che Roma Capitale «ha continuato a corrispondere il canone di locazione anche nel periodo in cui l'immobile non è stato utilizzato: per il periodo 15 maggio-31 dicembre 2015 è stato pagato poco più di un milione di euro a cui si aggiungono 457mila euro per il primo trimestre 2016. Ora la palla passa al sindaco Virginia Raggi che ne dovrà rispondere sia di fronte alla Corte dei conti che in Procura, dove Anac ha inviato i fascicoli.

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