SERIE A
Fattore Spalletti sulla Roma
Prima della partita si è chiuso da solo dentro uno stanzino accanto allo spogliatoio del San Paolo, gli appunti scritti in due settimane ben chiari nella testa, gli ultimi ritocchi da buttar giù per sorprendere l’amico Sarri. Napoli-Roma è un altro capolavoro tattico del maniacale Spalletti, che con due-tre mosse ha spiazzato il collega toscano e l’ha costretto alla prima sconfitta in campionato casalinga da quando occupa la panchina partenopea. Florenzi a galleggiare fra difesa e centrocampo, per sdoppiarsi nella zona di campo da cui il Napoli fa sempre partire le azioni più pericolose, dall’altra parte Juan Jesus più centrale che terzino, col compito di «scappare» a prescindere all’indietro non appena Callejon si innescava, Salah in pressing costante su Koulibaly che alla fine la frittata l’ha fatta. E poi il capocannoniere Dzeko, senza compiti particolari assegnati, ma rigenerato dal tecnico a forza di ramanzine. In carriera mai il bosniaco era partito segnando 7 gol in 8 partite e sommando le due reti realizzate in nazionale, in Europa solo Cavani ha fatto meglio con 12 marcature. In fondo, il suo riscatto è un altro successo dell’allenatore. C’è la mano forte di Spalletti sulla nuova svolta giallorossa. Da Torino a Napoli, la Roma si è trasformata tornando a essere innanzitutto un gruppo. Dopo il tonfo in casa dei granata Spalletti era stato chiaro: «Abbiamo menti malate, pensiamo di vincere con il blasone». Messaggio recepito dalla squadra, ma poi è sul campo che si cambia davvero marcia e Spalletti ha rimesso sotto torchio il gruppo insieme a uno staff che rappresenta la sua vera arma segreta. Allenamenti mirati per reparti, studio dettagliato dell’avversario, è così che a Trigoria hanno cambiato marcia. Un lavoro apprezzatissimo sin dal primo giorno in società e presto si apriranno le trattative per rinnovare il contratto del tecnico in scadenza a fine campionato. Lui non ha alcuna fretta, ma a Roma si sente a casa e al momento non sembrano esserci motivi concreti per separarsi dato che la squadra sembra seguirlo in tutto e per tutto, anche se nel calcio e in una città del genere le cose possono cambiare in fretta. Per ora i risultati parlano chiaro: Spalletti viaggia a una media di 2.29 punti a partita e anche quest’anno vanta il migliore attacco del campionato con 19 gol. Il problema restano quelli subiti, 10, il doppio di una Juve capace di vincere quasi sempre pur giocando un calcio per nulla entusiasmante. Le ultime due giornate dicono che se c’è una squadra in grado di provare a impensierire la Signora si chiama Roma, allettata dalla prospettiva di guardarsi sabato Milan-Juve prima di affrontare il giorno dopo il Palermo. Prima ci sarà l’Austria Vienna in Europa ed è proprio adesso che si vedrà se la musica è davvero cambiata. Contro squadre inferiori negli ultimi anni la Roma ha fallito troppe chance. E la famosa «mentalità vincente» non si dimostra a Napoli.