Più di un anno di attesa Ecco gli esami impossibili negli ospedali del Lazio
Le interminabili liste d'attesa sanitarie del Lazio diventano black-list. "Fuorilegge" per almeno 3 tipi di prestazioni, per le quali questo mese nessuna struttura pubblica regionale risulta in grado di fissare un appuntamento entro i tempi massimi previsti dalla legge (30 giorni per le visite ambulatoriali, 60 giorni per le prestazioni diagnostiche per immagine). I 3 appuntamenti "impossibili" da fissare in regime di prenotazione ordinaria sono l'eco-colordoppler dei tronchi sovraaortici, le risonanze magnetiche e le ecografie dell'addome superiore. Stando ai dati del Recup regionale per ben 104 tipi di appuntamenti si va oltre i 100 giorni, per 42 si superano i 200 giorni e per 34 si deborda oltre i 300 giorni (7 raggiungono la soglia di un anno). Ieri i sindacati hanno denunciato l'allungamento delle liste d'attesa all'Eastman, la clinica odontoiatrica accorpata dal gennaio scorso al Policlinico Umberto I. Da allora, denunciano Cgil, Cisl e Uil, «si è proceduto a chiudere il reparto degenza, chiudere i laboratori, ristrutturare un reparto per dedicarlo ad assistenza sanitaria prettamente privata, con la realizzazione di stanze a pagamento. Tutto questo ha ridotto le attività sanitarie pubbliche del 50% con il conseguente allungamento delle liste d'attesa». La Regione, nel decreto pubblicato il 21 giugno scorso, aveva riconosciuto che, «per ragioni di natura diversa, la domanda espressa di prestazioni specialistiche ambulatoriali supera oggi la potenzialità dell'offerta delle stesse prestazioni e che, quindi, viene inevitabilmente a crearsi una coda di pazienti che attendono di essere serviti». E, dunque, «occorre provvedere a potenziare la rete dell'offerta laddove essa sia effettivamente inadeguata ai bisogni della popolazione». Ma lo stesso obiettivo la Regione l'aveva già indicato esattamente 2 anni fa, nell'ottobre del 2014, quando il presidente, Nicola Zingaretti, annunciò «un'operazione di vastissima portata mai nemmeno tentata nella Regione Lazio: per demolire la vergogna delle liste di attesa, tara storica del sistema sanitario regionale, mettiamo in campo oltre 100 mila ulteriori prestazioni, che devono essere eseguite entro un arco temporale di 3 mesi».