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Nuove pensioni al rush finale Ultimo round sindacati-governo

Inps

Oggi le misure definitive su uscita a 63 anni e quattordicesima

Filippo Caleri
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Oggi governo e sindacati si rivedono per chiudere la partita sulle pensioni. Non si può andare oltre perché domani la legge di Stabilità, che indicherà le poste da inserire nella legge di bilancio, sarà ufficialmente presentata dall'Esecutivo. Dopo l'accordo di massima siglato le scorse settimane mancano ancora alcuni dettagli da definire. Come i criteri per identificare la platea che potrà avere accesso all'Ape agevolata, e cioè la possibilità di andare in pensione a 63 anni senza costi se il lavoratore si trova in condizioni di bisogno. Una concessione che dovrebbe essere automatica subito per disoccupati, disabili e i parenti di disabili. Solo l'anno prossimo si dovrebbe, invece, definire un elenco di lavori usuranti che avrebbero l'accesso alla misura senza perdere soldi del loro assegno. Il tema dell'Ape agevolata resta aperto soprattutto sull'importo del reddito che farebbe scattare il passaggio in pensione senza penalizzazioni e costi accessori. Il Tesoro che è preoccupato per la tenuta dei conti preme per un reddito di sussistenza che renda meno conveniente l'accesso, mentre i sindacati chiedono che sia quanto più possibile vicino alla pensione che si è maturata. Al centro del confronto anche le risorse da mettere sull'Ape volontaria. Se fino a qualche giorno fa l'ipotesi era di una penalizzazione fino al 6% per ogni anno di anticipo, Renzi ha parlato di una restituzione per il prestito pari a circa il 5% annuo. Questo significa che il carico degli interessi e dell'assicurazione che copre la banca se il pensionato muore prima dei 20 anni canonici dovrebbe restare a carico dello Stato. Tra i temi da affinare anche le agevolazioni per le aziende che in vista di ristrutturazioni decidono di pagare contributi per i lavoratori più anziani in uscita. Minori problemi dovrebbero aversi sull'aumento per le pensioni più basse attraverso il meccanismo della quattordicesima, una somma aggiuntiva da dare una volta l'anno legata ai contributi versati. Si prevede l'estensione della platea (2,1 milioni di persone over 64 che hanno redditi personali complessivi inferiori a una volta e mezza il minimo, circa 750 euro al mese) di circa 1,2 milioni estendendo il limite di reddito per accedere al beneficio a due volte il minimo (circa 1.000 euro al mese). Gli importi saranno aumentati del 30% per coloro che la percepiscono già. Così la somma di 504 euro passerebbe a 666 euro. Tema ancora aperta è quello delle ricongiunzioni dei periodi contributivi in diverse casse perché i i costi sembrano superiori a quelli stimati. Perplessità anche sul possibile riscatto della laurea, sia ai fini della pensione di vecchiaia sia di quella anticipata. Si va inoltre verso l'equiparazione della “no tax area” tra lavoratori e pensionati e verso il bonus previdenziale per i lavoratori precoci impegnati in attività faticose o disoccupati con l'accesso alla pensione appena si raggiungono i 41 anni di contributi. 

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