Le ambulanze per il Giubileo hanno le barelle troppo pesanti
I mezzi ordinati devono ancora finire di arrivare (l'Anno Santo termina il 20 novembre) e alcuni, denuncia la Uil sono state rimandate indietro. Ma l'Ares 118 smentisce
«Basta equipaggi ridotti a soli due operatori e stop al ricorso alle ambulanze private che costano mille euro per ogni turno». Due semafori rossi contro Regione ed Ares 118 da parte della Cisl, che ha inviato un formale atto di diffida e messa in mora per pretendere il rispetto della legge regionale: «Sono diventate troppo ricorrenti le uscite dei mezzi di soccorso con un equipaggio a bordo composto da soli due operatori invece dei tre previsti, con tipologie di pazienti difficilmente trasportabili ed in condizioni ambientali che, soprattutto per i soccorsi effettuati nelle periferie, mettono a rischio il risultato stesso del soccorso», denuncia Primo Trinca, responsabile territoriale Cisl Fp dell'Ares 118. Ma l'azienda replica richiamandosi «all'atto di intesa Stato Regioni che ribadisce l'utilizzo dell'equipaggio a due per i mezzi di soccorso. In tutta Italia le ambulanze di base viaggiano con due unità di personale a bordo e il Lazio è l'unica regione che, per garantire un livello elevato di intervento sanitario, prevede l'utilizzo di un sanitario a bordo dei mezzi di soccorso di base, mentre in altre regioni viene utilizzato personale laico». Ma la Cisl chiede all'azienda di fermare «altre esternalizzazioni a privati con costi che superano anche quelli del servizio totalmente Pubblico. Solo una cifra: il ricorso alle ambulanze private cosiddette no-profit in caso di necessità (sempre più quotidianità) le chiamate a spot a circa mille euro per turno». Il ricorso all'uso dei mezzi, e i relativi equipaggi, di società private è quasi raddoppiato nel giro di 4 anni, passando dai 3 milioni e 920mila del 2012 ai 6 milioni e 328mila del 2013, dai 6 milioni e 800mila del 2014 a un impegno di spesa di 7 milioni e 140mila per il 2015. E 2 milioni e 894mila euro nei primi 5 mesi del 2016. Fino al maggio scorso, infatti, si sono verificati ben 58mila e 593 blocchi delle barelle nei Pronto Soccorso del Lazio su un totale di 125mila e 254 accessi: per quasi la metà (il 46%) dei soccorsi giunti a bordo del 118, dunque, l'ambulanza è rimasta bloccata in attesa della visita del paziente o di un posto letto. La sosta «obbligata» più lunga è durata oltre un'intera giornata: ben 24 ore e 55 minuti al Policlinico Umberto I. Mentre il tempo medio del blocco-barella è di 44 minuti e 14 secondi. In tutto ben 43 mila e 189 ore di ambulanze del 118 bloccate, «sequestrate» all'interno dei Pronto Soccorso, e sottratte alla disponibilità delle varie postazioni, costrette a chiamare i rinforzi dei mezzi privati per la copertura dell'emergenza-urgenza, «a causa delle criticità dovute sia alla carenza di personale sia al fenomeno del cosi detto «blocco mezzi» o «blocco barelle» presso i Pronto soccorso dei nosocomi ed, in particolare, della capitale». E con la conclusione dell'anno giubilare della Misericordia la situazione «potrà solo peggiorare. Perché allora - spiega Trinca - termineranno le assunzioni straordinarie a tempo determinato e che invece sarebbe necessario trattenere in servizio o trasformare a tempo indeterminato». Sul problema degli organici, replica l'azienda, «Ares 118 ha presentato in Regione Lazio, nel mese di giugno scorso, un piano assunzionale in cui ha richiesto la proroga dei contratti dei 200 operatori assunti per il Giubileo. Nello stesso piano assunzionale, l'Azienda ha inoltre richiesto deroghe per le assunzioni di altro personale, al fine di ridurre il ricorso al lavoro straordinario per garantire il servizio di emergenza-urgenza nel territorio della regione». Quanto, invece, alla stabilizzazione dei 220 operatori «giubilari», l'Ares 118 dice di aver «già inviato in Regione, come da decreti emanati, l'elenco di tutti i lavoratori aventi diritto alla conversione a tempo indeterminato del proprio contratto di lavoro. Si attendono le decisioni dell'amministrazione regionale per quanto attiene alla tempistica delle stabilizzazioni in questione che, a norma dei decreti emanati, avverrà obbligatoriamente entro il 2018». Anche perché, come sottolinea il libro bianco sul 118 stilato dal sindacato Smi, «nel Lazio le ambulanze sono in assoluta prevalenza del tipo BLS e cioè senza medico a bordo».