TORMENTI GIALLOROSSI

Szczesny vs Alisson Alla Roma è guerra dei portieri

Erika Menghi

Primi scricchiolii di un pericoloso dualismo annunciato. La porta girevole fa discutere e anche i protagonisti ora alzano la voce. Tra Szczesny e Alisson c’è il massimo rispetto, ma la sana competizione è messa a rischio dalle panchine accumulate dal brasiliano promesso titolare della Roma ma realmente tale solo in coppa. Al polacco sono stati affidati i pali in campionato, eppure nel ritiro con la Nazionale un giornalista l’ha stuzzicato e lui ha risposto a tono: «Mi ha mai visto in panchina in una partita di Serie A? Non ho giocato contro l’Astra Giurgiu, come i tre quarti della squadra. È bello scrivere "Szczesny non ha giocato in Europa League", è sicuramente meglio di scrivere "Szczesny non ha giocato in Europa League perché come i tre quarti della squadra ha riposato per non disputare una partita vinta ancora prima di essere giocata". Io mi sento bene e sono sicuro di me, non ho nessun problema a Roma». Se il portiere in prestito dall’Arsenal per il secondo anno consecutivo si difende dalle accuse, Alisson qualcosa da ridire per il trattamento in giallorosso ce l’ha, invece: «Per me questa alternanza non è proprio un bene, in Brasile ero abituato a giocare con più costanza. L’allenatore non ha specificato che Szczesny sarebbe stato il portiere di Serie A e io quello dell’Europa League, ma nei fatti è così, e io sto cercando di lavorare al meglio. Poi ci sono anche le partite della Nazionale... Questo trasferimento ha cambiato la mia vita, nel calcio italiano c’è un ritmo diverso, che ho notato anche non giocando molto. In Italia c’è molta tattica e molto lavoro difensivo, anche quando le squadre attaccano. Per quanto riguarda il lavoro dei portieri, ho notato poca differenza tra Europa e Brasile e questo per me, per mantenere il mio livello, è buono». Vorrebbe metterlo in pratica anche la domenica.