family day per la fase due
Gandolfini, 200 euro al mese per ogni figlio che resta a casa
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«Il Governo non sta minimamente guardando alla crisi sociale causata dall’epidemia in ottica familiare. In Italia ci sono 12 milioni di famiglie con 8,4 milioni di figli a carico in età scolastica: se le scuole restano chiuse, chi terrà i minori? Non si può dire ai genitori di tornare a lavorare senza alternative, né ai nonni - i soggetti più a rischio contagio - di occuparsene». Lo afferma Massimo Gandolfini, portavoce dell’Associazione Family Day, in riferimento alle misure allo studio del Governo per la Fase 2 prevista nelle prossime settimane. Misure che allo stato Gandolfini giudica «totalmente prive di prospettiva familiare». «I genitori - evidenzia Gandolfini - devono poter lavorare, a stipendio pieno, senza abbandonare i figli per strada, e per questo servono subito misure concrete: assegno di 200 euro mensili per ogni figlio 0-15 anni, indipendenti dal reddito, per le spese causate dalla chiusura delle scuole (babysitting, dotazioni tecnologiche per didattica a distanza, intrattenimento estivo, etc); estendere fino a fine anno scolastico la possibilità di fruire del congedo parentale straordinario con indennità all’80% della retribuzione dei genitori (e affidatari) costretti a non lavorare per accudire a casa i minori fino a 12 anni; inserire in forma stabile nella task force del MIUR per la riapertura i rappresentanti dei genitori; consentire l’accesso ai parchi con precedenza per le famiglie con bambini, che hanno più bisogno psicofisico di muoversi all’aria aperta». Secondo Gandolfini «Non può esistere una Fase 2 per i lavoratori e, come ha dichiarato il Presidente dell’ISS Brusaferro, una Fase 2 per alunni e studenti "in un secondo momento": le due cose vanno insieme o non vanno da nessuna parte. Il Governo - continua Gandolfini - ha nominato 15 task force con 450 consulenti speciali: nessuna si occupa nello specifico coordinare le varie misure in chiave familiare. Come si fa a non capire che il lavoratore che potrà tornare al lavoro e l’alunno la cui scuola elementare resta chiusa altri non sono che il genitore e il figlio di una stessa famiglia?» «Sulla scuola - prosegue - sono urgenti misure specifiche per le scuole paritarie, che secondo la legge svolgono un servizio pubblico: sono in crisi drammatica e l’intero settore rischia il fallimento. Stiamo parlando di oltre 800.000 alunni e studenti e 180.000 lavoratori. Se il ramo delle paritarie si spezza, crolla sul tetto della scuola pubblica e il sistema intero va in frantumi: lo Stato deve farsi carico del buco causato dalla sospensione del pagamento delle rette, anche per non sacrificare il fondamentale pluralismo educativo sancito dalla Costituzione e realizzato dalle paritarie».