Corruzione, terremoto al Comune di Palermo: 7 arresti, in manette due consiglieri Pd e Italia Viva
Sette arresti per corruzione nell'operazione "Giano bifronte" ad opera della Guardia di Finanza e dei carabinieri di Palermo. I reati contestati, a vario titolo, sono corruzione per un atto contrario ai doveri di ufficio, corruzione per l'esercizio della funzione e falso ideologico in atto pubblico. Le indagini hanno consentito di ipotizzare l'esistenza di un comitato d'affari composto da imprenditori e professionisti in grado di incidere sulle scelte gestionali di pubblici dirigent e amministratori locali, i quali avrebbero asservito la pubblica funzione agli interessi privati, in modo da consentire di lucrare indebiti e cospicui vantaggi economici nel settore dell'edilizia privata. I finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria e i militari del Reparto Operativo – Nucleo Investigativo di Palermo, nell'ambito di indagini coordinate dalla Procura della Repubblica del capoluogo, in esecuzione di un'ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Palermo, hanno sottoposto agli arresti domiciliari i consiglieri comunali Sandro Terrani, membro della Commissione Bilancio, Finanza e Tributi, e Giovanni Lo Cascio, presidente della Commissione Urbanistica, lavori pubblici, edilizia privata e residenziale pubblica, i funzionari comunali Mario Li Castri di Palermo, già dirigente dell'Area Tecnica della Riqualificazione Urbana e delle Infrastrutture, Giuseppe Monteleone, di Palermo, già dirigente dello Sportello Unico Attività Produttive, il professionista Fabio Seminerio, di Palermo, architetto e gli imprenditori Giovanni Lupo di San Giovanni Gemini (AG) e Francesco La Corte, originario di Ribera (AG), rispettivamente amministratore di fatto e di diritto della Biocasa s.r.l. (con sede in Palermo) operante nel settore edilizio. All'architetto Agostino Minnuto, originario di Alia (PA), è stato notificato l'obbligo di presentazione quotidiana alla polizia giudiziaria.