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Italiani? Tutti a fare il tampone per il coronavirus

Siamo a Moghilev a 150 chilometri da Minsk la capitale Bielorussa e, mentre eravamo fuori per un altro reportage sulle condizioni post radiazioni di Cernobyl siamo stati richiamati in albergo d urgenza. Arrivati lì c'era una dottoressa che a turno, nelle nostre stanze, ci ha fatto un primo controllo. Subito dopo - e non era possibile rifiutarsi a rischio di essere prelevati comunque di forza - ci hanno messo su un pulmino e portati subito in una struttura sanitaria.  Per approfondire leggi anche: Coronavirus, ecco i dieci comportamenti da seguire Qui sono stata sottoposta insieme agli altri compagni di viaggio (presidente Massimo Bonfatti dell'organizzazione Mondo in cammino, Patrizio Perrone, il dottor Gianni Nocchi e Marco Chiotti e gli altri operatori) al test del coronavirus: tampone nasale e faringeo oltre una nuova misurazione della temperatura. Fra qualche ora avremo l'esito del tampone. Nonostante sia doveroso procedere con i controlli per arginare il diffondersi del virus, all'estero si sta vivendo costantemente in ansia, assediati da stop e controlli.

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