Che Tempo che fa, Carola Rackete ritorna in Italia e dà lezioni di clima e umanità
Un caloroso applauso accoglie la capitana della Ong Sea Watch 3, Carola Rackete, a “Che Tempo Che Fa”, il programma domenicale di Fabio Fazio su Rai2. La Rackete è balzata agli onori della cronaca italiana lo scorso 12 giugno quando al comando della Sea Watch 3 recuperò in mare 42 migranti e dopo aver atteso 12 giorni il via libera per approdare a Lampedusa e consentire che i migranti stremati fossero soccorsi, forzò il blocco della Guardia di Finanza. Carola Rackete, affiancata da Giorgia Linardi, portavoce di Sea-Watch Italia, e Muhamad Diaoune, calciatore senegalese della Sant'Ambroeus F.C. di Milano, squadra di richiedenti asilo e rifugiati, ha dichiarato a Fabio Fazio: “Sono contenta di essere tornata in Italia. Ho seguito cosa è successo qui. L'attenzione dei media, tutta concentrata su di me, improvvisamente si è spenta quando me ne sono andata. Però la situazione nel Mediterraneo continua e ci sono ancora oggi persone disperate che scappano dalla Libia e vogliono essere salvate. La nostra nave è ancora ferma (da 140 giorni, nda) anche se secondo il Tribunale è libera. Ci sono migliaia di persone che scappano dalla Libia, è sempre emergenza, il rischio di morte di queste persone continua anche quando la stampa se ne disinteressa, ci sono persone che lottano tutti i giorni, che fuggono. Anche adesso ci sono migranti in mare. Sono tornata in Italia per sollevare questa questione. Voglio ringraziare per la solidarietà che effettivamente è stata espressa, in primis la società civile italiana, che lavora tutti i giorni per aiutare davvero queste persone”. È un grido di dolore e al tempo stesso un attacco alla disumanità dilagante, quello della Rackete: “Come cittadina europea sono sempre cresciuta con la fiducia nei governi. Io sono fortunata perché sono nata in Germania e posso andare liberamente dove voglio, loro no, loro non sono liberi. La situazione è cambiata tantissimo dal 2016. Oggi quando fai una richiesta in base alle leggi marittime internazionali, invii informazioni alle autorità e telefoni, non ricevi risposta o addirittura ricevi una risposta negativa, che rifiuta di attenersi al diritto internazionale. Ricevere certe istruzioni è scioccante, non abbiamo numeri a bordo, ma singole storie. Questo mi fa riflettere sulla grandissima disuguaglianza che esiste su questo pianeta, a queste persone succede qualcosa di poco umano. Il fatto che l'Europa sia un continente in pace e non possa accettare neppure poche persone è qualcosa che mi sciocca tantissimo, che mi fa male in qualità di cittadina europea. Viene da chiedersi dove sia finita la nostra umanità se non possiamo neppure attenerci alle regole del diritto internazionale”. Carola Rackete, come Greta Thunberg, lancia l'allarme sui cambiamenti climatici perché impattanti sul fenomeno migratorio: “Mi preoccupo della crisi climatica, abbiamo bisogno del coinvolgimento di tante persone per cambiare, non c'è più tempo, la crisi si intensificherà e peggiorerà la situazione delle persone povere, quando la loro possibilità di sopravvivere sarà distrutta definitivamente dai paesi industrializzati dovranno andar via. Noi dobbiamo sapere che le persone vogliono rimanere a casa loro se possono, ma non è più possibile. Noi siamo responsabili di averli spinti ad andarsene e ora siamo responsabili della loro accoglienza. La gente deve capire che siamo a un bivio, a un punto critico, dobbiamo ridurre l'utilizzo delle risorse, è una questione di distribuzione, le risorse sono limitate. La vera domanda è come possiamo condividere affinché tutti abbiano a sufficienza. Come ridistribuire e vivere entro le risorse a disposizione, questa è la vera domanda a cui dobbiamo dare una risposta”.