comicità involontaria
Selfie, ostaggi e Maldive: che flop lo spot del corteo leghista
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E meno male che c’è Marine Le Pen, che salva lo spottone di Matteo Salvini per la grande manifestazione dell’internazionale sovranista che si terrà oggi pomeriggio dalle 15 in piazza del Duomo a Milano. Se non avesse inviato un suo video la leader della destra francese, che oltre a sapere parlare davanti alle telecamere, è in grado di comunicare efficacemente pure in uno spot, avremmo detto davvero che Luca Morisi, detto «la Bestia», l'uomo-comunicazione di Salvini, è entrato in una sorta di buco nero da cui non riesce ad uscire. Perché senza la Le Pen il video appello di ben 10 minuti e mezzo confezionato per il popolo dei social nella speranza di convincerlo a correre in massa a Milano, è davvero un harakiri. C'è il bombardamento anche fastidioso del Capitano che a mò di sigla fra un appello e l'altro in tono un po' autoritario ripete: «Niente scuse, sabato ci vediamo in piazza Duomo a Milano», e poi video-sfila quella che dovrebbe essere la classe dirigente della Lega con appelli che rasentano il comico o il grottesco. La vetta viene raggiunta dal capo della Lega di Napoli, l'ex missino Gianluca Cantalamessa che si fa un selfie-video-appello in mezzo alla strada cercando parole meroleggianti, spiegando che a Milano ci va «per gridare all'Europa la passione e l'amore che noi abbiamo per le nostre idee, per le nostre identità e per i nostri popoli». Poi striglia un po' i concittadini che probabilmente non correrebbero d'istinto da Salvini nel cuore della Lombardia, e si appella loro: «Mi raccomando, dovete esserci». Però fa due eccezioni: «A meno che tu non sia alle Maldive o sulle Alpi, devi essere a piazza del Duomo!». Poi ci ripensa perché gli pare di essere stato troppo generoso a giustificare queste truppe partneopee che di questi tempi oziano alle Maldive e sulle Alpi, e restringe le eccezioni: «E anche se sei alle Maldive, puoi tornare prima perché ne va del nostro futuro». Assenti giustificati i napoletani sulle Alpi (che sono a due passi da Milano), ma non quelli alle Maldive: ecco la vera ferocia salviniana imparata da Cantalamessa. Ci parla invece da una delle ultime roccaforti in mano all'Isis la povera Giulia Bongiorno, inquadrata nell'oscurità con un muro grigio alle spalle. Devono averla fatta prigioniera, e la drammaticità si capisce dall'espressione. Ma non pagherei subito il riscatto: nel video non c'è un solo elemento che consenta di datarlo. Bisogna pretendere che stringa un quotidiano del giorno fra le mani per il prossimo appello. Visto che la regia è affidata alla Bestia si adegua subito probabilmente da casa sua l'economista Claudio Borghi, che lascia la chiamata alle armi alla sua povera bestiolina stretta in braccio. Si chiama Thor, ed è un barboncino. Nonostante il nome sembra più annoiato che altro, e un po' spaventato dalla minaccia del padrone di portarlo con sé in piazza del Duomo. Ci mette l'anima invece dal cuore del Sud Pasquale Pepe, che chiama a raccolta tutti i lucani. Mima i gesti con le mani. Prima con dito verso l'alto, «il Nord». Ma chiarisce: «Andiamo lì, ma non per emigrare questa volta». No, in piazza Duomo «per sostenere Matteo». C'è qualcuno che non gli crede? Allora lui porta il dito giù, verso il basso: «E dopo si torna qui, nella nostra terra!». Giurin giurello! Se si può fare da giù, figurarsi da su!. Dal cuore di produzione della fontina Nicoletta Spelgatti, la bella leghista che fu presidente della Valle d'Aosta per poco più di qualche settimana (la sfiduciarono subito), incita le sue truppe alla traversata meneghina. Alle sue spalle ha un dipinto che pare di antico cavaliere con capelli, barba bianca e sguardo fiero. Chi mai sarà? Un suo avo? Il suo nobile sposo? Un eroe dell'indipendentismo e dell'autonomia valligiana? Macché: l'avvocato Paolo Sammaritani che proprio da quelle parti si candida a Bruxelles. Ci sono anche i pezzi grossi, naturalmente. Luca Zaia giovialone come sempre pronto a partire dal Veneto. E il padrone di casa, il presidente leghista della Regione Lombardia, Attilio Fontana. Parla piano, sottovoce, e allunga l'appello. Dal volto si capisce la terribile tensione patita in questi ultimi giorni con l'inchiesta della procura di Milano che lo ha portato sotto indagine. Basta confrontare le immagini con quelle anche solo di un mese fa per capire lo stress subito...