Sparano e Manuel si accascia a terra. Tutta la scena nel video choc
Due minuti e ventidue di immagini. Forti, atroci, sconsigliate ai più e invece da vedere, incollati allo schermo, per quanti sapevano e hanno taciuto. Nella telecamera della tabaccheria di via Menandro, all'Axa, la scena terribile del ferimento di Manuel Mateo Bortuzzo, il diciannovenne trevigiano che sognava le Olimpiadi e che oggi è condannato alla sedia a rotelle per colpa di due ragazzi che hanno quasi la sua età e che sabato notte, su di giri dopo una rissa, hanno sparato tre proiettili contro il bersaglio sbagliato. “Abbiamo sparato per errore”, hanno detto davanti agli inquirenti Lorenzo Marinelli e Daniel Bazzano. Nel filmato Manuel e la fidanzatina Martina sono in piedi davanti al distributore di sigarette. Il ragazzo non indossa il cappuccio della giacca, né un berretto. Un faro da piazza Eschilo precede il motorino che sale su via Menandro in direzione di via di Acilia. I due nuotatori si girano, come chiamati dagli sconosciuti sullo scooter. Manuel si accascia e urla, mentre si tocca le gambe che già non sente più. L'omertà di chi conosceva in zona i nomi dei due responsabili e ha taciuto, coprendoli perfino, dovrà forse pesare sulle loro coscienze mentre le braccia di Manuel che sognava di nuotare cercano Martina. Hanno sbagliato a sparare. E un ragazzo innocente paga la pena peggiore. Sono immagini forti, le pubblichiamo perché non si può voltare la testa altrove di Franco Bechis Prima di decidere se rendere pubblico o meno il video della telecamere di sorveglianza che hanno fissato i drammatici istanti dell'agguato a Manuel Bortuzzo, ho chiesto non solo alla redazione, ma a tutte le persone che mi sono care se nei miei panni lo avrebbero pubblicato o riposto nel cassetto. Me lo sono chiesto prima di tutto da padre di tre figli: avrei voluto vederle quelle immagini? No, non avrei voluto. Ma non avrei potuto evitarlo. Perché comunque sarebbero state pubblicate. Chiedo perdono al papà di Manuel per questo. Ma ho deciso di pubblicarle, dopo che la nostra bravissima Silvia Mancinelli mi ha spiegato di avere tolto l'audio che nulla avrebbe aggiunto alla drammaticità della vicenda, e qualsiasi fotogramma cruento. Le pubblico perché tutti possano guardare in faccia l'orrore di quel che è accaduto per scuotere quel senso di normalità che purtroppo contagia come un virus anche davanti a fatti così incredibili. Vedi questi due ragazzi- Manuel e la sua ragazzina- davanti al distributore di sigarette a ridere e scherzare forse perché non capivano bene come funzionava. Lui che non aveva nemmeno il cappuccio alzato sulla testa, e poi l'istante oscuro della tragedia. Manuel che cade come fulminato, ma ancora è in sé, cerca con la mano la tenerezza della sua ragazzina, quasi le allunga una carezza. Lei incredula, incapace di capire che è accaduto, che fare nell'attimo in cui si precipita nel dramma. Chi mai può uscire una sera pensando che ci siano bestie in giro a giocare con leggerezza criminale a fare i giustizieri della notte? Due ragazzi che avevano la loro stessa età, che individuati dal primo istante e braccati in queste ore, alla fine si sono arresi e semplicemente hanno confessato dicendo che Manuel era stato un errore. Quasi a dire che se il bersaglio fosse stato quello che si voleva colpire, magari qualcuno che prima aveva allungato loro un pugno, la loro colpa sarebbe stata più lieve. Con queste immagini è giusto fare i conti, per non scrollare le spalle, trovare un anestetico alla bestialità che sta prendendo parte di questa città, e dimenticare il giorno dopo. Non è l'anestesia, la scrollata di spalle, l'omertà che ha protetto la fuga dei due con la pistola per troppe ore quel che serve a svegliare questa città. Ma l'orrore di questa disumanità visto in faccia, il pensiero che sarebbe potuto capitare a te, a me, ai nostri figli, che non si può proprio voltare la testa da un'altra parte...