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Lotito: "Ho rifiutato 110 milioni per Milinkovic"

Il presidente Lotito svela le carte, chiunque vorrà Milinkovic-Savic dovrà vedersela con la Lazio. “Vale più di 100 milioni? Il 29 agosto scorso ne ho rifiutati 110, il serbo è un campione, non so quanto vale. Non mi risulta che io abbia messo in vendita nessuno ma, a differenza del passato, oggi vengono a bussare alla nostra porta”. Il centrocampista è finito nel mirino dei top club europei – con PSG, i due club di Manchester e Real Madrid pronti a fare follie – ma il numero uno biancoceleste non farà sconti: dopo la straordinaria stagione del serbo, non si accontenterà di meno di 150 milioni. Ha ribadito il concetto anche questo pomeriggio, quando ha ricevuto il Premio Calabrese 2018 a Soriano nel Cimino. È stata l'occasione per tornare sul discusso caso De Vrij, commentare le parole del difensore (“Non me la sentivo di giocare ma la società mi voleva in campo”, ha detto in Olanda) e lanciare una frecciata all'Inter: “Lo abbiamo schierato contando sulla serietà professionale del giocatore, poi ha fatto degli errori ma è stato il fato. Ci prendiamo la responsabilità della scelta, non ho obiettato perché l'allenatore è libero di decidere. L'Inter, con più garbo e rispetto dei valori sportivi, non avrebbe dovuto mettere in difficoltà psicologica il calciatore. Se aveva firmato il contratto a gennaio, perché depositarlo prima della gara?”. Infine un commento sulla stagione della Lazio, chiusa con la delusione della mancata qualificazione nell'Europa dei grandi: “Qualcosa da recriminare per la Champions? È inutile, non mi piace fare dietrologie, abbiamo perso. La Lazio avrebbe potuto avere una posizione di classifica diversa, ma ho portato il Var insieme a Tavecchio per rendere meritocratico il calcio. Comunque stiamo portando avanti un progetto di crescita, se andranno via dei giocatori verranno rimpiazzati da altri più forti e abbiamo ritrovato il supporto di 70 mila tifosi. Faccio un appello, per "Di padre in figlio" (l'evento di lunedì all'Olimpico) ci dobbiamo essere tutti”.

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