Gabriele Cirilli e i 30 anni di carriera: "Voglio torna' bambino"
Dai tempi degli inizi al laboratorio di Esercitazioni Sceniche di Proietti ai primi spettacoli di cabaret nella capitale, dai primi successi televisivi con la sua «Tatiana» agli innumerevoli personaggi interpretati negli studi di «Tale e Quale Show»: Gabriele Cirilli festeggia trent' anni di carriera a Roma con undici date al Teatro Sala Umberto. L'attore e show man sulmonese proporrà al pubblico romano il suo nuovo one man show dal titolo «#TaleEQualeAMe… Again» in scena dal 2 al 13 maggio. Scritto con Maria De Luca, Carlo Negri e diretto da Gabriele Guidi, questo nuovo spettacolo vuole essere una sorta di lungo viaggio tra i suoi personaggi e non solo nell'unico luogo dove Gabriele riesce ad essere tale e quale a se stesso: il palcoscenico. «L'hashtag nel titolo ha un significato particolare- ci ha detto Cirilli- sul palcoscenico ci sarà un megaschermo dal quale faremo vedere video, testimonianze, mie foto storiche. Da ogni contributo partirà un monologo, una canzone, uno sketch che prenderanno vita proprio da questi spunti, da questi hashtag». Sarà un modo per ripercorrere i suoi trent'anni di carriera? «Per molti versi sì, in questo spettacolo ripercorro la mia vita e la mia storia, basti pensare che tra i vecchi ricordi che proietteremo c'è anche una foto mia e di mia moglie appena quattordicenni». Il giovane Gabriele Cirilli da Sulmona come è diventato attore? «Sin da piccolo volevo fare l'attore come racconto anche in un libro “Voglio torna' bambino”, facendo l'università venni a sapere dei provini per la scuola di Proietti e così». Fu un'esperienza fondamentale per la sua crescita? «Assolutamente sì, mi ha aperto il cervello, davanti a un artista come Proietti si impara tanto, solo guardandolo capisci come si fa questo lavoro. Mi ha sempre detto: tu hai un fisico da caratterista e in Italia i caratteristi lavoreranno sempre. Ancora oggi, ovunque io mi esibisca, mi sento dire: si vede che hai fatto la scuola di Proietti!» Era nel corso assieme a Brignano e Insinna... «Sì eravamo un trio, siamo tornati insieme una volta a Sanremo su un'idea di Carlo Conti e tutt'oggi quando possiamo ci vediamo». Pur non essendo romano è stato tra i grandi protagonisti dell'exploit del cabaret capitolino negli anni '90. «È così, avendo avuto una formazione artistica romana mi hanno sempre annoverato in quella storica generazione di comici romani, la cosa mi fa piacere anche perché all'epoca tutti mi accolsero molto bene così come più tardi anche il gruppo milanese del resto.. Appunto, parliamo di «Tatiana« e dei suoi primi successi a Zelig. «All'epoca in TV vedevo tanti tormentoni televisivi, così decisi di proporre una mia personale interpretazione della coatta romana con il tormentone di Tatiana, il grande successo televisivo di Zelig mi diede poi la possibilità di tornare in teatro con un volto molto più noto». Un successo che poi ha più che replicato con l'esperienza di «Tale e quale show». «Sì, fu un' intuizione di Carlo Conti quella di coinvolgermi come ospite fisso così come quella di farmi interpretare il mitico PSY. Dalle prime puntate capii che era un format di grande successo, alle mie serate in tanti mi chiedevano i personaggi proposti in studio, compresi subito che avevamo colpito nel segno. Cirilli e il cinema: un percorso che vorrebbe sviluppare? «Sì non ho mai fatto operazioni commerciali da grande botteghino come attore sul grande schermo. Ma il cinema è una strada che mi piacerebbe continuare a percorrere, del resto io sono nato attore». Per concludere che Cirilli troveranno i suoi fan i prossimi giorni in teatro alla Sala Umberto? «Propongo uno spettacolo nuovo e davvero forte, l'ho portato in tournée per tutta l'Italia e ci sono state città che me lo hanno richiesto anche due o tre volte. Al pubblico dico: troverete un Cirilli che canta, recita, balla e che spazia dal monologo alla canzone allo sketch con tre attrici, ballerine e cantanti, insomma uno spettacolo a tutto tondo in cui posso dare il meglio di me. Del resto in TV o al cinema s'interpretano dei personaggi, solo sul palco in teatro posso dire veramente di essere me stesso!»