Roma, la Guardia di Finanza entra nel covo del narcotrafficante
Oltre 200 baschi verdi impegnati, 28 richieste di custodia cautelare, 26 arresti, capitali sociali di aziende dal valore di 600 mila euro sequestrati e circa 5 chili di cocaina e 6 di marijuana fatti sparire dal mercato della droga. E poi ci sono i contanti (oltre 70 mila euro) e i gli orologi preziosi. È il bilancio dell'operazione che questa mattina ha portato le sirene della Guardia di Finanza fin dentro il cuore del quartiere San Lorenzo, a Roma, dove un super market della droga attivo 24 ore su 24 permetteva agli indagati di lucrare grazie a un'associazione a delinquere ben articolata e dedita al traffico di sostanze stupefacenti. In realtà i sodalizi criminali sarebbero due, almeno secondo l'operazione “Druso-Extra Fines”. Si tratta della stessa indagine che, il 4 ottobre scorso, ha portato all'arresto (nel Lazio, in Sicilia, in Lombardia, in Piemonte, in Emilia Romagna e in Germania) di 37 appartenenti al clan di Gela Rinzivillo, oltre al sequestro di beni e società per circa 11 milioni di euro. Un legame che univa la Capitale alla Sicilia permetteva al boss di “Cosa Nostra” Salvatore Rinzivillo di avere contatti con un pluripregiudicato romano, Maurizio Pasquetto. L'obiettivo era uno solo: inondare di droga la capitale e rifornire le casse delle due associazioni a delinquere. L'organizzazione era ben articolata: c'era il magazziniere e cassiere, Bruno Reali. I capi, Giovanni La Racca e Nicholas Cianfrocca. E anche il supermarket aperto 24 ore su 24: era la casa di Maurizio Pasquetto dove era possibile acquistare qualsiasi tipo di droga a qualunque ora. Dulcis in fundo emerge la figura di Gennaro Amato. L'uomo, classe 1960, era al vertice dell'organizzazione. Gestiva il commercio di cocaina e marijuana nonostante si trovasse agli arresti domiciliari presso una comunità terapeutica residenziale in provincia di Roma. I Finanzieri hanno scoperto che Amato aveva reinvestito i proventi delle sue attività illecite nell'acquisizione, di fatto, di due società di capitali operanti nel settore del noleggio di autovetture di lusso, le cui cariche societarie e amministrative erano state formalmente attribuite a due “prestanome” allo scopo di eludere le disposizioni di legge in tema di misure di prevenzione patrimoniale. Conseguentemente, il G.I.P. presso il Tribunale di Roma ha disposto il sequestro preventivo del capitale sociale e del compendio aziendale delle due imprese, per un valore di circa 600.000 euro. Oltre alle misure cautelari oggi in esecuzione – per 20 soggetti in carcere e per i restanti 8 agli arresti domiciliari – nel corso delle indagini le Fiamme Gialle avevano arrestato altre 3 persone in flagranza di reato e sequestrato circa 5,5 chilogrammi di cocaina e 6 chilogrammi di marijuana.