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Huawei, dopo Trump la batosta di Facebook: stop alle app preinstallate

Silvia Sfregola

Facebook non consentirà più la preinstallazione delle sue app sui telefoni Huawei, dando l’ennesimo colpo al colosso della tecnologia cinese. Il gruppo con sede a Shenzhen sta lottando per mantenere a galla il proprio business dopo il bando statunitense sui componenti e il suo software. Il presidente Usa, Donald Trump, ha infatti inserito Huawei nella lista nera delle minacce alla sicurezza globale e sta intimando ai suoi alleati globali di chiudere la porta al 5G cinese. A rivelare la mossa di Facebook è Reuters, a cui il gruppo del celebre social neetwork ha confermato che i clienti che già dispongono di telefoni Huawei potranno comunque utilizzare le proprie app e ricevere aggiornamenti. Ma i nuovi telefoni Huawei non avranno più preinstallate le applicazioni di Facebook, oltre che di WhatsApp e Instagram, che sono a loro volta di proprietà della società di Mark Zuckerberg. I venditori di smartphone spesso costruiscono le offerte commerciali inserendo nei pacchetti app famose già in dotazione. Applicazioni come Twitter e Booking.com sono spesso preinstallate sui telefoni Huawei in molti mercati. Raggiunta dall’agenzia britannica, Twitter ha preferito non dire se intende attuare qualche mossa simile a Facebook e lo stesso ha fatto Booking Holdings. Bocche cucite dagli altri big delle app, mentre la mossa del social network può affossare le vendite del gruppo Huawei, che deve la maggior parte dei suoi ricavi a livello globale al business degli smartphone, con vendite in forte crescita in Europa e in Asia. Intanto, mentre Huawei affronta le accuse di spionaggio dalla Casa Bianca, dal Forum internazionale di San Pietroburgo, in Russia, il presidente cinese Xi Jinping annuncia che la Cina è pronta a «condividere» la tecnologia 5G con tutti i suoi partner. E a fargli sponda c’è l’omologo russo, Vladimir Putin, che condanna «i tentativi di scacciare Huawei senza troppe cerimonie dai mercati internazionali». Secondo Putin, Trump sta combattendo contro Pechino «la prima guerra tecnologica dell’era digitale».