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"Facebook può uccidere ma dobbiamo crescere". Quando un manager svelava il lato oscuro del social

Davide Di Santo
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"Noi mettiamo in contatto le persone. Punto. E per questo il lavoro che facciamo per la nostra crescita è giustificato". È il contenuto di un promemoria diffuso tra i dipendenti di Facebook dal manager Andrew Bosworth nel giugno del 2016. Un documento rivelato oggi da Buzzfeed, dal significativo titolo "The ugly", il lato cattivo di Facebook. Il social network, argomentava il dirigente, "può essere negativo se le persone lo rendono negativo" perché, per esempio, "può costare la vita a qualcuno esponendolo al bullismo" o "qualcuno potrebbe rimanere ucciso in un attacco terroristico coordinato attraverso i nostri strumenti". Un documento che, alla luce dello scandalo Datagate, sembra lasciare intendere che i vertici del social network fossero determinati a crescere nonostante i rischi per gli utenti. "La verità è che crediamo nel connettere gli individui in modo così profondo, che tutto ciò che ci permette di mettere in collegamento più persone per noi è 'de facto' una cosa buona", è la conclusione. "Non sono d'accordo con il contenuto di quel messaggio, e non lo ero nemmeno quando l'ho scritto. L'obiettivo del post, come di molti altri che ho scritto a uso interno, era di portare in superficie questioni che ritenevo meritassero maggiore discussione all'interno della compagnia", replica sui suoi canali social lo stesso Bosworth, considerato uno dei manager più vicini a Zuckerberg. "Discutere questi temi fa parte del nostro processo di lavoro e per farlo in modo efficace dobbiamo considerare anche le cattive idee, anche solo per poi eliminarle", spiega. "Leggere il memo fuori contesto è fuorviante - insiste Bosworth -, perché lo fa apparire una presa di posizione mia o della compagnia". Lo stesso Zuckerberg, rispondendo ad Afp, ha definito Bozworth "un leader di talento che dice cose provocatorie", tra cui il messaggio trapelato oggi. "La maggior parte delle persone dentro Facebook, incluso me stesso, era fortemente contrario" alla posizione suggerita dal memo, ha detto Zuckerberg. "Non abbiamo mai creduto che i fini giustificano i mezzi", si è difeso. Resta il fatto che il promemoria di Bozworth , anche se pensato esclusivamente per avviare un dibattito interno su un tema delicato, lascia intendere che i dirigenti di Facebook fossero ben consapevoli dei rischi associati al social network. Rischi poi sfociati nello scandalo Cambdridge Analytica, la società britannica che avrebbe usato i dati di oltre 50 milioni di utenti Facebook - ottenuti attraverso una app - per fare campagne politiche mirate in occasione delle elezioni Usa del 2016 e del referendum sulla Brexit.

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