INTERNET

Lo streaming musicale scopre l'hi-fi

Alessandro Perrone

Nel giro di pochi anni, l’industria musicale si è dovuta arrendere alla realtà: lo streaming ha conquistato gli ascoltatori, ma soprattutto il mercato. Nel 2016 il 51,4% dei guadagni è derivato da piattaforme streaming, servizi radio on demand e YouTube. Ma in quella che a tutti gli effetti sembra un’industria in grande difficoltà, con guadagni che in quindici anni sono dimezzati, non mancano mai nuovi metodi d’ascolto. Proposte che spesso fanno leva sulla nostalgia del passato, e che ancora più spesso spariscono senza lasciare il segno. E quando si parla di flop in quest’ambito non si può non citare Neil Young e le sue idee troppo ambiziose. Pochi ricorderanno Pono, il progetto che secondo il cantautore canadese doveva «riportare all’ascoltatore quella magia della musica che si è persa per colpa del digitale». Pono, lanciato in commercio a inizio 2015, è un piccolo dispositivo legato a una piattaforma per acquistare e ascoltare musica digitale in altissima qualità. Il primo problema è che per rendersi contro della differenza fra la qualità audio dei file di Pono e quelli scaricati da iTunes serve un orecchio tecnico e allenato. Il secondo è che la differenza non giustifica i 399 dollari del costo di vendita del dispositivo e neppure i 20 dollari ad album. Ma Neil Young è un osso duro e nonostante le pessime recensioni ha dato fiducia alla sua creatura. Almeno fino a qualche giorno fa. Già dalla scorsa estate, lo store musicale di Pono è chiuso. Ora, dalle ceneri di quel progetto nasce Xstream. Una piattaforma streaming che metterà a disposizione dell’ascoltatore musica in alta qualità, senza grandi sacrifici in termini di consumi di rete. Per ora la leggenda del folk non ha voluto dire di più e ha lasciato spazio alle speculazioni e soprattutto ai dubbi. Anche perché un servizio simile esiste già e si chiama Tidal. Una piattaforma streaming acquistata dal rapper statunitense Jay Z nel 2015 e lanciata nella primavera dello stesso anno con un’immensa campagna di marketing, che ha coinvolto centinaia di artisti da Beyoncé ai Daft Punk. Anche Tidal offre musica in alta qualità a un prezzo che va dai 9.99 ai 19.99 dollari al mese. La grande differenza fra il servizio di Jay Z e altri come Spotify o Apple Music sta, oltre che nella maggiore qualità audio, nel fatto che gli artisti ricevono guadagni tre volte maggiori. Ma nonostante questo significhi contenuti extra per gli abbonati, Tidal non è comunque riuscito a decollare. Sullo sfondo della sfida dell’alta fedeltà digitale Spotify, il leader dello streaming musicale, guarda al futuro e punta alle nuove generazione con un abbonamento a prezzo dimezzato per gli studenti di tutto il mondo. Per ora, sul mercato, un prezzo popolare batte la qualità.