Gundam torna ancora su Ps3
Più di 120 mech e azione adrenalinica ecco Dynasty Warriors Gundam Reborn
Gundam è ancora vivo e torna in esclusiva su PlayStation 3 con il nuovo capitolo della serie "Dynasty Warriors Gundam Reborn". Nella storia delle serie animate made in Japan, Gundam è di sicuro una di quelle che è rimasta nel cuore di molti, soprattutto in quelle persone che, negli ormai lontani anni '80, erano solo dei bambini che stavano crescendo a "pane e robottoni". Gundam è stato sempre uno dei miti di quell'epoca, difficle trovare qualcuno che in quel periodo non abbia sognato di guidarne uno, ed ora che quei bambini sognatori sono cresciuti e sono diventati (nel tempo libero) dei gamer attempati, vedere che il panorama videoludico trova ancora posto per Peter Rei/Amuro Ray e per i suoi compagni, non può che riempirne i cuori di gioia e nostalgia allo stesso tempo. A far tornare in vita i robot corazzati sono state le mani esperte di Tecmo Koei e Namco Bandai, che hanno portato su PS3 l'eterna saga dei Mobile Suit, immergendola in un nuovo titolo appartenente all'ormai conosciutissimo genere Musou. Passando a dare uno sguardo ai contenuti offerti, il titolo purtroppo risulta essere piuttosto scarso. Oltre alla modalità principale, la Official Mode, di giocabile è presente soltanto l'Ultimate Mode, una sorta di percorso alternativo che immergerà chi si trova dinanzi lo schermo in una serie di missioni che non traggono ispirazione dalle serie televisive, e che mischiano al loro interno tutti i personaggi delle varie edizioni, in alcuni eventi inediti ed anche temporalmente impossibili. Il problema principale però, è che in una modalità o nell'altra, la sostanza non cambia, e ci si ritrova davanti sempre allo stesso identico gameplay, con gli stessi obiettivi da raggiungere e con in mente solo l'unica cosa che praticamente conta in questi giochi: distruggere tutti i nemici che si hanno davanti. La Official Mode, nello specifico, coprire ben sei edizioni della serie animata, partendo dalle storiche Mobile Suit Gundam, Z Gundam e Char's Counterattack (presenti nei precedenti episodi della saga) e aggiungendovi le nuove Unicorn, SEED e SEED Destiny. Nuove serie a parte, la formula di gioco non ha subito sostanziali cambiamenti da quella già ben rodata dei precedenti capitoli: scene di intermezzo, filmati e missioni si susseguiranno quindi senza sosta sviluppando l'arco narrativo della serie animata scelta per la propria partita, mentre al giocatore sarà chiesto di portare avanti la consueta carneficina di nemici. In totale, il numero di robot che entreranno nella disponibilità del giocatore supereranno l'impressionante numero di 120 unità, senza che però una reale diversificazione degli stili di combattimento si faccia mai sentire in modo veramente netto. Tra combo riciclate ed un'intelligenza artificiale al di sotto degli standard proposti da altri esponenti del genere, la ripetitività dell'azione di gioco rischia di farsi sentire troppo già dopo poche missioni. Il combat system si basa come sempre sulla combinazione di colpi leggeri e colpi potenti con mosse e combo da concatenare in serie nel più tipico button mashing. A differenza del terzo capitolo della serie però, viene introdotta la possibilità di eseguire un attacco speciale in collaborazione con un compagno, una sorta di doppio musou in rapida sequenza e la capacità di entrare in una modalità boost che fornisce mosse aggiuntive per un periodo limitato, attivando al contempo abilità speciali del mobile suit che stiamo pilotando. Purtroppo manca tutta la varietà della ricerca delle armi o la possibilità di saltare, inchiodando i mech a terra e rendendo il tutto ancora più lento e macchinoso. Una sorta di salto in realtà esiste, ma si tratta della semplice attivazione dei postbruciatori grazie ai quali fluttuare a mezz'aria, funzione prettamente inutile vista l'immobilità cronica degli avversari. Nemmeno nello spazio, dove l'assenza di gravità poteva offrire uno spunto aggiuntivo, la situazione cambia, visto che i robot nemici combatteranno tutti sullo stesso piano, non solo quindi rendendo le sezioni identiche a quelle terrestri ma anche regalando un impatto visivo davvero pessimo. Dal punto di vista strettamente grafico, il titolo offre un buon impatto visivo se si tiene conto che c'è il bisogno di miscelare quanto più è possibile la qualità, la grandezza degli ambienti e soprattutto il numero di nemici in campo. L'uso di un'estetica delle textures in versione standard/reale, che ha sostituito quello del cel-shading visto nei precedenti episodi e spin-off, ne ha forse innalzato leggermente la resa finale, cosa che invece non si può dire delle ambientazioni, le cui azioni sono leggermente in calo. Quest'ultime infatti, sono spesso riciclate di missione in missione, oppure totalmente eliminate e sostituite da un comunissimo spazio profondo, che sarà il palcoscenico della maggior parte delle vostre battaglie. Tirando le somme Dynasty Warriors Gundam Reborn si presenta al pubblico come un gioco diretto esclusivamente agli appassionati veri dei mobile suite, dei classici giapponesi e del mondo degli anime anni '80. Con più di 120 mech a disposizione e diverse modalità di personalizzazione di mezzi e piloti,ogni appassionato del franchise troverà pane per i propri denti, che difficilmente però verranno messi a dura prova da una difficoltà di gioco mai realmente in grado di impensierire i giocatori navigati. Un buon passatempo per l'estate. GIUDIZIO GLOBALE: GRAFICA: 7 SONORO: 7 GAMEPLAY: 6 LONGEVITA': 6 VOTO FINALE: 6,5