Diritto all'oblio, Bing è in regola
Anche Bing, il motore di ricerca di Microsoft, si adegua alla normativa europea che da diritto ad ogni cittadino residente nell’Unione Europea di chiedere e ottenere la cancellazione dei propri dati pubblicati su internet. E così, dopo Google, Bing si mette in regola attivatndo un modulo sul proprio sito per consentire a chiunque di inoltrare domanda per la cancellazione delle indicizzazioni relative ai propri dati personali. L'azienda di Redmond ha curato un modulo online che risponde alle esigenze degli utenti italiani – come di tutti gli altri abitanti dell’Unione Europea – con uno schema identico: una parte dedicata all’identità del richiedente (con upload di documentazione) e una parte dedicata alla segnalazione dell’Url che si vorrebbe far sparire dai risultati del motore di ricerca perché si ritiene abbia contenuti inesatti, falsi, incomplete, non più pertinenti, o impropri. In mezzo a queste due sezioni, un’altra parte del form chiede quale sia il ruolo nella società dell’utente. Ora manca all'appello Yahoo! che però ha già dichiarato di essere al lavoro per sviluppare una soluzione in ottemperanza della decisione della Corte europea. Dal giorno della messa online del form di richiesta fino al 30 giugno scorso Google ha ricevuto più di 70mila richieste per un totale di 250mila pagine web. Ogni richiesta contiene al suo interno una media di 3,8 link da rimuovere, per un totale di circa 270mila url (267.550 per la precisione) da verificare ed eventualmente rimuovere. Al primo posto fra i Paesi da dove sono giunte più richieste si è posizionata la Francia, con 14mila domande inviate.