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Facebook lancia Slingshot, la piattaforma "anti Snapchat"

Facebook Slingshot

Il suo segreto: lo scambio di contenuti

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Dopo lo scivolone avvenuto dei giorni scorsi (l'applicazione era stata erroneamente pubblicata sullo store online di Apple; Facebook lavora su Slingshot, l'anti-Snapchat), Slingshot viene oggi ufficialmente presentato dal team di sviluppo di Facebook. L'applicazione gratuita per iOS e Android, riservata per adesso agli utenti statunitensi, funziona in modo simile a Snapchat, ma con una differenza di base: foto o video sono visibili solo se vengono inviati una foto o un video al mittente. L'applicazione è capace di integrarsi con i contatti Facebook ma può funzionare anche senza l'iscrizione al social network di Mark Zuckerberg. Similmente a quanto fanno applicazioni come WhatsApp, Slingshot utilizza il numero telefonico dell'utente come login e consente di avviare una comunicazione con qualunque altro utente, presente nella rubrica, che abbia già installato l'applicazione. Mentre Snapchat o altre analoghe app mostrano immediatamente i messaggi, con Slingshot l'utente non può vedere lo shot finché non invia (sling) uno shot di risposta. Facebook ha descritto la funzionalità con il termine “pay to play”.     L'uso dell'applicazione è dunque meno immediato e per alcuni utenti potrebbe essere frustrante compiere un'operazione aggiuntiva per visualizzare le foto e i video degli amici. Come su Snapchat è possibile aggiungere testo sull'immagine o una didascalia, e disegnare sulla foto scegliendo colore e spessore della linea. Slingshot permette di inviare foto e video ad un singolo destinatario oppure a tutti gli amici con il pulsante Select All (assente in Snapchat). In quest'ultimo caso, l'utente potrebbe ricevere decine e decine di notifiche in pochi minuti, ma i messaggi associati alle notifiche non sono subito visibili, in quanto è obbligatorio uno shot di risposta. Solo se viene eseguita l'operazione di “unlock”, l'app mostrerà tutti i messaggi ricevuti dagli amici. Dopo averli aperti e letti, scompariranno dallo smartphone. L'aspetto privacy è quello che al momento desta più dubbi: se l'username dell'utente è noto o facilmente intuibile, questi può venire letteralmente inondato dagli "slings" di altri interlocutori, spesso sconosciuti. È possibile eliminare i contatti indesiderati ma si tratta comunque di un'area che pone più di qualche punto interrogativo. Con questi presupposti è lecito chiedersi: Slingshot è un'applicazione destinata ad avere successo, soprattutto fra il pubblico giovanile, oppure un nuovo esperimento di Facebook destinato ad essere rapidamente messo nel dimenticatoio? Fra qualche tempo avremo la risposta. Non resta altro che provarlo per giudicare.

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